Il Cavaliere e la Romagna

Paolo Guzzanti

Berlusconi esce dall’ospedale dopo un mese e mezzo e finalmente torna a casa. E tutti ne sono contenti, tutti lodano e ammirano anche da posizioni politiche lontane ed opposte, quest’uomo che non si accascia, che non soltanto resiste ma agisce, progetta e si propone di rimanere nella corrente del nuovo. Ed il fatto che questa felicità sia realmente diffusa e corrisponda a un sentimento che non è indotto dai titoli dei giornali e dei telegiornali, ci rassicura un bel po’ sulla logora immagine che chi più chi meno ha dell’Italia e degli italiani: uno spirito di ripresa venato di umorismo, proiettato verso il futuro, che non specula sulle lagne ma anzi dà un’idea robusta di personalità.

E ci fa pensare per simmetria a quel che succede in queste ore in Romagna dove i giovani romagnoli sono scesi in strada contro l’alluvione, armati di pale, secchi, stivali e giacche impermeabili ripetendo quel fenomeno italiano che già scoprimmo nel 1976 durante il terremoto nel Friuli o in Schia durante il Terremoto del Belice, quando gli abitanti dei paesi colpiti dalla tragedia, anziché chiamare pompieri e ambulanze o in attesa che ambulanze e pompieri arrivassero, si rimboccarono le maniche e salvarono quanto fu possibile salvare del loro paese e della loro gente.

Berlusconi dalla sua stanza al San Raffaele, non ha fatto che progettare e lavorare con uno spirito allegro con i suoi videomessaggi che iniziavano con «ho indossato per voi camicia e giacca». Erano messaggi che non volevano nascondere l’affanno ma nemmeno la prepotente voglia di vivere e far vivere.

Le persone che spalano le strade nei luoghi dell’alluvione hanno cominciato a cantare in coro le canzoni della loro terra anche quando estraevano corpi senza vita, offrendo alle telecamere un’immagine di forza collettiva ed allegra.

Qualcosa di molto simile ha fatto Silvio Berlusconi tornato a casa dopo la malattia, ma sempre sul pezzo della sua passione politica con spavalda umiltà e senza smettere di essere leader. Senza voler forzare il caso di un uomo e di una reazione collettiva ad alluvioni e frane, viene da dire che l’Italia quando si libera dalle camicie di forza ideologiche è capace di affrontare le avversità con uno spirito diverso. Non è la prima volta che nei momenti più difficili emerge la solidarietà entusiasta di cui sono capaci intere generazioni e singoli individui quando arriva il momento della prova inattesa e brutale. Silvio Berlusconi, al quale va la nostra ammirazione per tenacia e compostezza, ha vinto una lunga battaglia attraverso il comportamento.

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