Lavoro a 5 euro lordi l’ora: i nuovi contratti ingrossano le fila dell’esercito dei poveri

Claudia Luise

Si può lavorare con un contratto apparentemente in regola ma guadagnare appena 5 euro lordi all’ora? Purtroppo, nella giungla degli accordi che è proliferata negli ultimi anni è una possibilità sempre più diffusa. Una via di mezzo tra il lavoro garantito, tutelato da contratti collettivi nazionali firmati dalle associazioni datoriali e dai sindacati più rappresentativi, e il lavoro nero. Un lavoro grigio, appunto, che guarda al ribasso non solo delle retribuzioni ma anche dei diritti. E che poi contribuisce ad allargare le fila dei working poor, le persone che nonostante abbiano un impiego, restano al di sotto della soglia di povertà per le basse retribuzioni.

Tra i settori più coinvolti, oltre a quello dei multiservizi, ci sono l’agricoltura, i servizi alla persona e il turismo, il commercio. Oltre all’edilizia che ha vissuto un boom per i bonus grandissimo e improvviso, impossibile da gestire dopo oltre un decennio di crisi. Il rovescio della medaglia, quindi, è stata la difficoltà di trovare manodopera e ditte disponibili. «A dicembre 2022 gli operai iscritti alla cassa edile di Torino risultavano 13.493, in crescita del 6,9% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Eppure si stima che a lavorare in questo settore ci sia circa un 30% in più di persone che hanno i contratti più disparati, dai multiservizi ai giardinieri: contratti di comodo, con paghe e contributi molto inferiori», racconta Mario De Lellis, segretario generale torinese della Filca Cisl. Il dumping contrattuale, inoltre, rende il settore più pericoloso per gli infortuni. «Un fenomeno – aggiunge De Lellis – che ha pesanti ripercussioni sulla formazione e sulla sicurezza».

Un altro caso, diverso ma altrettanto indicativo è quello del rinnovo del contratto per servizi di pulizie e servizi integrati avvenuto dopo 8 anni dalla scadenza. In questo caso i sindacati confederali alla fine hanno dovuto accettare l’accordo perché non c’era altra possibilità ma gli aumenti per l’inflazione sono di 80 euro lordi in tre anni e senza arretrati. Per il primo livello, la paga mensile è di 1104 euro mentre per un quadro arriva al massimo a 1822 euro. Praticamente la maggior parte delle persone che lavora nel settore delle pulizie, quasi tutte donne, guadagna meno di 5 euro l’ora. E poi c’è il capitolo Amazon. «Il 28 ci sarà una trattativa nazionale per i contratti Amazon – spiega Gerardo Migliaccio della Uil Trasporti – dovremmo andare a rivedere vari capitoli. E in questo contesto dovremmo affrontare la questione dei lavoratori del servizio Amazon XL, lanciato da poco, che hanno un contratto che non coincide minimamente con le mansioni svolte. Montano elettrodomestici nelle case, anche con la necessità di competenze e con responsabilità, invece non c’è una regolamentazione e hanno retribuzioni inferiori ai colleghi. Viene applicato loro il contratto della logistica».

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