La linea di Schlein: “Diplomazia, ma senza mollare la resistenza”

Com’è evidente, le posizioni restano distanti con Giuseppe Conte, il pacifista degli ultimi mesi. Per sottolineare le convergenze e nascondere le differenze, dalle parti del Pd si pensa a un voto per capitoli distinti. Il M5S, ad esempio, potrebbe confluire sul sostegno a chi chiede libertà in Iran, Stato doppiamente canaglia perché rifornisce di droni la Russia, e per la messa al bando dei Guardiani della rivoluzione. Oppure sulla necessità di un robusto piano europeo di incentivi a sostegno della riconversione ecologica. E naturalmente sui migranti lasciati soli nel mare.

Su quest’ultimo aspetto i toni del Pd sono, appunto, affilati. Il decreto contro le Ong è definito «illegale» perché viola le convenzioni internazionali. La politica di Piantedosi è bocciata senza appello e si chiede di ripristinare in mare la «primazia» del soccorso sulle operazioni di polizia, specie dopo Cutro. In definitiva si pretende dall’Europa un piano complessivo di gestione dei flussi e dall’Italia il rispetto dei diritti fondamentali dei migranti.

Molti nel Pd sperano nella convergenza possibile. Dice Francesco Boccia: «Schlein a Rimini ha proposto un tavolo di coordinamento delle opposizioni. Hanno tutti detto sì davanti a una platea di centinaia di persone. Mi auguro che si possa fare insieme questo lavoro». Ma poi saranno inevitabilmente le armi a dividerli.

LA STAMPA

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