La follia degli amici di Cospito ci è già costata oltre 3 milioni

Siamo sempre allo stesso punto: Cospito, detenuto al 41 bis, e sconosciuto fino a qualche mese fa all’opinione pubblica, è diventato il simbolo per un network terroristico con gruppi in Italia e all’estero, dalla Grecia alla Germania e dalla Spagna alla Svizzera. Ormai le manifestazioni e gli attentati si susseguono da mesi, mentre Cospito prosegue la sua protesta contro le istituzioni e c’è il rischio sempre più concreto che si arrivi a un punto di non ritorno. «Fieri di aderire – si conclude il messaggio – alla campagna di vendetta lanciata contro lo Stato». Così è difficile enumerare tutte le azioni compiute da questa rete inafferrabile: basta pensare alla lunga sequenza di attacchi alle nostre sedi diplomatiche, cominciando dalla più clamorosa, quella che ha messo in pericolo ad Atene la vita di Susanna Schlein, sorella di Elly e primo consigliere dell’ambasciata, e della sua famiglia.

L’11 febbraio gli anarchici sono a Milano e anche qui mettono in scena lo stesso spettacolo avvilente: distruzioni e auto rovesciate. Poi ci sono le incursioni nella Capitale, un elenco altrettanto inquietante: dall’inizio del 2023 sono già cinque i roghi accesi nel nome di Cospito. Si comincia a Capodanno con un falò milionario: 25 furgoni della Hertz sono dati alle fiamme a Capannelle. Si prosegue il 22 gennaio con tre auto di Eni/Enjoy, Poste, Italgas bruciate; il 29 gennaio cinque auto aziendali di Telecom fanno la stessa fine in un parcheggio di Montesacro. Infine ecco i blitz scattati nel weekend. Nella notte fra venerdì e sabato 16 auto delle Poste alimentano colonne di fumo nel quadrante Est della capitale, poi sabato sera scatta la rappresaglia contro le istituzioni e contro i 22 scuolabus.

Le assicurazioni dovrebbero coprire buona parte dei costi che enti ed esercenti dovranno affrontare nei prossimi mesi per tornare alla normalità. Ma intanto si guarda con preoccupazione ad una scia di violenza che sembra interminabile e inarrestabile. Quasi una strategia del terrore che non lascia nulla al caso; i militanti si spostano da un posto all’altro portandosi dietro tutto l’armamentario necessario: bastoni, mazze, maschere antigas. Le forze di polizia provano ad arginare con sequestri di materiale e fermi i flussi di violenza, ma non è facile.

Nel nome di Cospito è ormai nato un partito del terrore metropolitano che scende in piazza in assetto di guerra e si affida contemporaneamente alle intramontabili trame eversive. Milioni di euro vanno in fumo, per la disperazione di commercianti e cittadini. Ma purtroppo non è ancora finita.

IL GIORNALE

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