La sfida della Meloni nella tana della Cgil. Ieri giornata blindata lontana dai riflettori

Congetture a parte, di certo c’è che Meloni ha di nuovo preferito evitare il confronto diretto con la stampa (limitandosi a un post serale su Facebook, in stile Giuseppe Conte), peraltro in una giornata in cui ha anche incontrato i superstiti del naufragio di Cutro e i familiari delle vittime. Un faccia a faccia spiega il ministro degli Esteri Antonio Tajani (presente insieme al sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano) «molto toccante». Erano in 35, di cui tre donne, la maggior parte ventenni, molti afghani, poi pakistani, siriani e palestinesi. Hanno ringraziato Meloni per l’incontro e le hanno chiesto di adoperarsi per il recupero delle ultime salme che dovrebbero essere incagliate nel barcone in fondo al mare. La premier si è commossa e ha chiesto ai presenti se fossero consapevoli dei rischi legati alla loro traversata. Con uno degli ospiti che ha dato una risposta eloquente: «Restare in Afghanistan o in Siria significa restare a una vita che non è vita». Un incontro blindato, alla larga da telecamere e taccuini della stampa. Con il pullman della Polizia che ha trasportato la delegazione che è entrato a Palazzo Chigi dal retro. C’è chi ha ipotizzato una scelta di prudenza dopo le polemiche della scorsa settimana, anche se l’entourage di Meloni spiega che si è solo voluta rispettare la privacy di chi ha già molto sofferto.

IL GIORNALE

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.