Ucraina e salario minimo, scontro Schlein-Conte per spartirsi i voti della Cgil

William Zanellato

Ieri pomeriggio, in un trionfo di rosso tipico del congresso Cgil, si è consumato un dibattito tra tutti i leader della sinistra. Il “coordinamento anti-Papeete”, come ha voluto ribattezzarlo la moderatrice Lucia Annunziata, è pronto a sfidare le “destre estreme” al governo. L’unità d’intenti, sancita a favore di telecamere con la foto ricordo sul palco della Cgil, sembra ancora piuttosto debole. Dietro le quinte le divisioni restano eccome. Il nuovo Pd targato Elly Schlein e il Movimento 5stelle guidato da Giuseppe Conte sono entrambi a caccia dei voti del sindacato. Il terreno di scontro è sempre lo stesso: salario minimo da una parte e guerra in Ucraina dall’altra.

La competizione tra Pd e M5S

Elly Schlein e Giuseppe Conte, i due principali leader dell’opposizione, hanno cominciato a riallacciare i rapporti con Maurizio Landini e il suo sindacato. Prima la passerella antifascista di Firenze, ieri la presenza e il confronto sul palco del congresso Cgil. Un rapporto che denota più una competizione interna alla sinistra che un sincero confronto con la principale sigla sindacale. Il Cln, il comitato di liberazione nazionale anti-Meloni, oltre ad essere surreale, è ancora impossibile da attuare politicamente. Dalle parti delle opposizioni, e ieri lo si è visto chiaramente, sono ancora troppe le divisioni sostanziali. La competizione tra dem e grillini è serrata: in palio ci sono i voti dei tesserati Cgil e dintorni. Cinque milioni e passa di voti che potrebbe spostare gli equilibri a favore di una o dell’altra forza.

Salario minimo e invio delle armi

L’unico a notare e far notare questa finta e ipocrita unità è il leader di Azione, Carlo Calenda: “Io voglio rubare i voti alla destra – esordisce ironicamente l’ex ministro – voi invece ve li rubate tra di voi”. Il commento al veleno del leader terzopolista viene confermato, lontano dalle telecamere, dietro le quinte del palco.

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