Fisco, l’ultimatum di Landini

PAOLO BARONI

ROMA. Il fisco «è la madre di tutte le battaglie» scandisce Maurizio Landini, chiamando Cisl e Uil all’immediata mobilitazione. «Bisogna incalzare il governo su tutte le nostre piattaforme – risponde a stretto giro, Luigi Sbarra – . Finito il congresso vediamoci subito per valutare insieme iniziative di lotta comuni». D’accordo Pierpaolo Bombardieri: «Noi abbiamo già iniziato da due mesi, bene se continuiamo assieme. Vediamoci già domenica per decidere un percorso unitario di mobilitazione».

Dal palco del congresso nazionale, che si è aperto ieri al Palacongressi di Rimini, il segretario generale della Cgil boccia il governo sia nel merito della riforma fiscale, perché il taglio delle aliquote e la flat favoriscono solo i ricchi, sia nel metodo, e chiede all’esecutivo di ritirare la legge delega.

I tamburi della protesta stanno già rullando e c’è aria di sciopero generale. Da subito la Cgil propone a Cisl e Uil di lanciare «già nei prossimi giorni una campagna straordinaria di assemblee nei luoghi di lavoro e sul territorio» per discutere e sostenere tutte le proposte su fisco, sanità, previdenza, salario e rinnovo dei contratti, politiche industriali e ambientali, superamento precarietà, coinvolgendo le categorie e strutture «su un programma di iniziative necessarie, senza escludere nessuno strumento» puntualizza Landini.

È una sfida aperta alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni che domani alle 12 interverrà a Rimini e da cui i quasi mille delegati si aspettano risposte più precise delle parole che ha affidato ieri a Facebook, ribadendo il suo entusiasmo per la “rivoluzione fiscale” attesa in Cdm. È una critica a tutto campo quella della Cgil – e nei loro interventi di saluto al congresso Sbarra e Bombardieri confermano una grande sintonia con Landini, critica che oltre a fisco tocca anche pensioni e reddito di cittadinanza, altri argomenti su cui il governo ha deciso di intervenire senza consultare i sindacati, e arriva sino all’autonomia differenziata, progetto contestato perché al paese serve più unità.

La relazione-fiume del segretario Cgil, oltre 70 pagine, 2 ore e un quarto no stop senza nemmeno bere un sorso d’acqua, parte dalla constatazione che in Italia ed in Europa è in atto «una crisi democratica senza precedenti» e per questo «c’è bisogno che il mondo del lavoro torni a essere al centro dell’azione sindacale e politica, dei governi e dei parlamenti». È un nuovo modello sociale quello che auspica Landini ed un sindacato più aperto e vicino ai bisogni delle persone, mettendo al centro il lavoro: «Il lavoro crea il futuro» recita del resto il documento congressuale votato dalla stragrande maggioranza degli iscritti Cgil. La sfida è allargare la rappresentanza alle nuove generazioni, alle partite Iva ed agli autonomi, ed essere in grado di offrire a tutte le persone che lavorano tutele e parità di trattamento all’insegna dello slogan «stesso lavoro, stessi diritti, stesso salario».

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