Sciopero benzinai. Il governo alleggerisce multe e controlli. Il fronte si spacca

Marcello Astorri

Riduzione e non retroattività delle sanzioni, un tavolo per riformare il settore, contrastare i contratti illegali, ristrutturare la rete di distribuzione e tagliare i costi per le transazioni elettroniche. Ma resta l’obbligo di esposizione del prezzo medio regionale. Queste le proposte avanzate dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nell’incontro di ieri con le sigle sindacali dei benzinai Figisc, Fegica e Faib. Non è bastato però a evitare lo sciopero, che è partito alle 19 di ieri (alle 22 in autostrada).

Ai sindacati dei benzinai «abbiamo proposto delle tempistiche più semplici sia per la comunicazione del prezzo medio al ministero, sia per le sanzioni che sono più congrue rispetto alla possibilità che loro hanno di continuare al meglio la loro attività», ha detto Urso, rientrando al ministero. «La prossima riunione è prevista per l’8 febbraio in cui affronteremo alcune tematiche di particolare interesse anche per tutelarli dalla concorrenza sleale in questo settore». Urso ha poi aggiunto: «Ci auguriamo che gli esercenti decidano in modo tale da evitare che ci siano disagi per i cittadini italiani». Questa mattina, alle 11, le sigle sindacali si riuniranno per decidere se accorciare o meno la mobilitazione che, in ogni caso, durerà almeno fino a questa sera alle sette. La Faib Confesercenti, in una nota, «ha valutato e ritenuto positive le aperture presentate» dal ministro e ha già annunciato di voler ridurre a 24 ore lo sciopero. Più critiche, invece, Fegica e Figisc/Anisa, orientate verso lo sciopero di due giorni: «Troppo poco e troppo tardi per revocare lo sciopero. Il tentativo in extremis fatto dal ministro Urso, peraltro apprezzato, non riesce ad intervenire con la necessaria concretezza». Ma cosa c’è di nuovo nella proposta? Alle modifiche al Dl trasparenza già formalizzate e trasmesse al Parlamento, come riduzione delle sanzioni da 200 a 800 euro, l’obbligo di comunicazione dei prezzi settimanale (e non più giornaliero), chiusura dell’impianto solo dopo 4 omesse comunicazioni in 60 giorni e riduzione del periodo di chiusura tra uno e 30 giorni, tempi più lunghi per l’esposizione del cartellone col prezzo medio, si sarebbe aggiunto l’impegno per una non retroattività delle sanzioni, vale a dire la punibilità dell’omessa o ritardata comunicazione solo al momento dell’accertamento. Inoltre, il ministro ha accettato di allestire un tavolo di confronto, che sarà convocato la prima volta l’8 febbraio. «L’annuncio dell’avvio del tavolo volto a ristrutturare la rete distributiva e ridare un piano regolatorio certo va nella direzione giusta», sottolineano Figisc e Fegica. Verrà avviata, inoltre, un’interlocuzione per una revisione della cartellonistica, con la possibilità di razionalizzare i cartelli da esporre. Il ministero, poi, aveva già annunciato la realizzazione di un’App gratuita per conoscere il prezzo medio regionale.

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