Dalla risata di Fedez su Emanuela Orlandi al selfie in ascensore di Pellegrini: gaffe social e bufere con la scadenza

Assia Neumann Dayan

Si può ridere di tutto? O non si può più dire niente, ridere di niente, ma arrabbiarsi per tutto? È successo che Fedez abbia fatto una battuta su Emanuela Orlandi, e il problema non è tanto che l’abbia fatta, ma che quella non fosse una battuta. Come ospite di puntata del podcast “Muschio Selvaggio” c’era Gianluigi Nuzzi: si parlava di “Vatican girl”, la serie Netflix su Emanuela Orlandi, e Fedez voleva probabilmente fare lo spiritoso sul concetto di spoiler. Luis Sal chiede: «Cos’è successo?» e Fedez risponde: «Innanzitutto possiamo dire? Non l’hanno mai trovata». E inizia a ridere. Ride moltissimo, mentre gli altri sembrano in forte imbarazzo. Luis Sal aggiunge: «Questo è un dato di fatto», e Fedez tra le risate risponde: «Comunque la stanno ancora cercando». Nessuno ha riso, perché non fa ridere, perché per essere efficace una battuta deve avere un bersaglio, e qui non c’era, nemmeno ha detto «spoiler».

Essere capaci di fare black humor è complicato, soprattutto in questi anni dove tutto sembra essere offensivo: lo lascerei fare a chi è capace. Grazie al cielo fare il comico non è il mestiere di Fedez, ma questo succede a chi vuole per forza fare la battuta, essere spiritoso, sembrare campione di sagacia. C’è da dire che il trucco non riesce quasi mai, e dove c’è la battuta malriuscita, arriva l’internet. Era dai tempi di quando Fedez chiese: «E chi è Strehler?» che non si sollevava tanta indignazione. Fedez è un caso più unico che raro perché non gli interessa autocensurarsi: sa che ogni cosa che dirà finirà sui giornali, e va bene così. A casa Ferragnez non si può mai stare tranquilli: c’è stata la festa al supermercato, l’aperitivo in elicottero sui ghiacciai, il concerto del Primo Maggio in Rai, i pandori di beneficenza, insomma, se su Google cerchi “Ferragnez polemica” ne esce fuori un’enciclopedia. Eppure, nonostante le polemiche, hanno ancora un lavoro, milioni di euro, un tetto sopra la testa, perché le polemiche sui social scadono dopo al massimo un paio di giorni, la soglia di attenzione della nostra indignazione è in effetti molto bassa.

È che ad un certo punto le notizie fanno il giro, un giro che segue delle fasi ben precise: negazione («non può averlo detto davvero, è un fake»), rabbia («vergogna! Privilegio! Chi ti paga!»), patteggiamento («sarò libero di avere un’opinione o siamo in dittatura?»), depressione («scusa ma devo tornare a lavorare»), accettazione («per me ognuno è libero di fare quello che vuole»), meme. A un certo punto tutto diventa meme: a Matteo Messina Denaro sono bastate un paio d’ore perché sui social cominciassero a girare vignette con i vestiti che indossava durante la cattura. Il meme abbassa, la realtà perde identità e diventa linguaggio. È il concetto grafico del «buttarla in vacca», però non è che si può proprio mettere tutto sul piano della risatina. Pietro Orlandi, che è evidentemente un uomo intelligente, ha detto all’ Adnkronos: «La risata di Fedez mentre si diceva che non avevano mai trovato Emanuela, che ancora la stavano cercando, è stata sicuramente fuori luogo e un po’ mi è dispiaciuto. Ha sbagliato, ma ha parlato per un’ora di mia sorella e questa è la cosa che mi interessa di più». Se il fratello di Emanuela Orlandi lo perdona, può certamente farlo anche l’internet, e comunque già domani ci sarà una nuova polemica per cui stracciarsi le vesti.

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