Nicola Gratteri: “Senza intercettazioni indagini a rischio. Sulle pubblicazioni polemica inutile”

Quindi sì, è possibile.
«Il boss dal territorio non può fuggire. Il suo allontanamento verrebbe percepito come segno di debolezza. In quel territorio Matteo Messina Denaro, figlio di don Ciccio Messina Denaro, è nato e cresciuto. Aveva molti protettori e tanti fiancheggiatori. Mi auguro che le indagini possano fare luce anche su questo aspetto».

Ma alla fine questa cattura rappresenta un successo per lo Stato o un fallimento visto il ritardo con cui ci si è arrivati?
«Godiamoci il successo, senza cercare sempre il pelo nell’uovo. È stato arrestato un latitante che apparteneva a un gruppo mafioso che è stato sconfitto. Non era il capo dei capi o il re di Cosa nostra, come è stato irresponsabilmente definito. Ma un boss che andava arrestato».

Com’è cambiata la mafia in questi trent’anni? Deve farci più o meno paura?
«Una delle caratteristiche delle mafie è la loro capacità di adattamento. Oggi, sparano di meno, ma sono molto più pericolose. Attenzione a credere che con l’arresto di Messina Denaro la pratica sia stata chiusa. Ripeteremmo gli stessi errori commessi nel passato. Quello che è mancato nel tempo – e mi riferisco agli ultimi 150 anni – è stata la continuità investigativa e la volontà politica nel combattere le mafie, sempre e comunque».

Quindi, più paura.
«Se la mafia siciliana prende esempio dalla’ndrangheta, che ha mantenuto negli anni una strategia silente, evitando di far parlare di sé con atti eclatanti, e insinuandosi progressivamente nel tessuto sociale ed economico del centro nord e di importanti Stati europei, c’è poco da essere sereni».

La famosa borghesia mafiosa.
«È sempre esistita. Se n’erano già accorti Franchetti e Sonnino nella loro inchiesta in Sicilia del 1876. I “facinorosi della classe media” erano la borghesia mafiosa di oggi. Le relazioni esterne da sempre costituiscono l’ossatura del potere mafioso. Oggi professionisti senza scrupoli, al servizio delle cosche, mettono a disposizione il proprio know how, per permettere alla mafia di operare dove non è tecnicamente in grado di farlo. Pensi alle raffinate operazioni di riciclaggio internazionale».

Messina Denaro ha già detto che non parlerà. Pensa che comunque seguire le tracce dei suoi covi e delle sue coperture porterà nuove verità? Quelle verità che in questi giorni invocano più di tutti i parenti delle vittime?
«Le condizioni di salute di Messina Denaro non sono ottimali, da quello che ho letto sui giornali. Vorrei essere smentito, ma non mi sembra il tipo che possa decidere di collaborare con lo Stato. Se lo facesse sarebbe possibile chiudere definitivamente la stagione stragista, raccontando quello che ancora non si sa. E che in tanti vorremmo sapere»

LA STAMPA

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.