Da Meloni a Draghi: la politica prega per Benedetto XVI

Michel Dessì

Da Meloni a Draghi: la politica prega per Benedetto XVI

La nebbia avvolge Piazza San Pietro, la grande cupola è avvolta da un velo. Dalla tristezza. Un apparente stato di smarrimento, il simbolo della Casa della Chiesa nel Mondo non si vede. I fedeli, in religioso silenzio, entrano piano piano e prendono posto. Con loro anche i politici. I nostri, quelli italiani. Arrivano alla spicciolata. Facce cupe, rispettose. Seduti sul sacrato della Piazza, alla sinistra dell’altare. A pochi passi dal feretro che fa il suo ingresso accolto da un lungo applauso.

Per i funerali di Benedetto XVI ci sono quasi tutti. Uno dei primi ad arrivare il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Al suo fianco Pier Ferdinando Casini. Nessun colore politico per oggi. È lì, insieme ai membri del governo. Parla. Poco dopo arriva Guido Crosetto, ministro della Difesa insieme a Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia. A seguire Carlo Nordio, titolare della Giustizia. È avvolto da una lunga sciarpa azzurra. Sembra di assistere ad un Consiglio dei ministri, ma composto. Taciturno. La musica sacra risuona e fa eco alle preghiere. Al santo Rosario. Con loro le campane che scandiscono il tempo prima della celebrazione della messa.

Dietro i ministri alcuni sottosegretari e parlamentari. C’è Lucio Malan, di fratelli d’Italia e Giulio Tremonti, Maria Tripodi di Forza Italia. Il parcheggio del Vaticano antistante la Piazza è pieno di auto blu. Prima dell’arrivo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e di Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio, arriva Mario Draghi. La sua fede è nota, come il suo passato giovanile. È impassibile, come sempre. Saluta qualche ministro e prende posto, in sesta fila. Vicino al sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Unico assente il Presidente del Senato Ignazio Larussa costretto a rinunciare per una lieve influenza.

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