Brasile, le lacrime di un popolo l’ultimo saluto a Pelè nello stadio del Santos

Emiliano Guanella

RIO DE JANEIRO. Era una notizia che il Brasile aspettava da giorni, è arrivata nel mezzo delle feste, proprio a ridosso del Capodanno e a due giorni dall’insediamento del nuovo governo del redivivo Lula da Silva. O Rei se ne va dopo un’agonia durata un mese presso il reparto oncologico dell’ospedale Albert Einstein, dove è entrato il 29 novembre, ufficialmente per dei controlli di routine a seguito del trattamento contro il tumore al colon che gli avevano tolto due anni fa. Pochi giorni dopo si è capito che la situazione era seria, dalla clinica è filtrata la notizia che oramai c’era spazio solo per cure palliative, le metastasi stavano avanzando. Sembrava uno scherzo del destino, Pelé che lotta per la vita proprio nel mezzo dei Mondiali in Qatar e da allora si è formato un capannello di giornalisti in pianta stabile fuori dall’ospedale. La notizia è arrivata con il Brasile sospeso tra Natale e Reveilon, con la stampa attenta alle mosse di Lula, con le incertezze di un Paese che sta cambiando anno e guida politica, lasciandosi alle spalle l’esperienza assai controversa di Jair Bolsonaro. Ma si tratta di Pelè, non di un campione qualsiasi e quindi logicamente tutto si è fermato.

I canali televisivi hanno interrotto la programmazione, molti conduttori in studio non hanno trattenuto le lacrime e sono partite le dirette fiume infarcite dai tanti “coccodrilli” già pronti da un tempo. Innumerevoli le testimonianze di calciatori, artisti, commentatori. Un lungo omaggio e ricordo che è viaggiato nei vari luoghi simboli della vita del Re, ad iniziare da Santos, la sua città e il suo club di sempre. Allo stadio di Vila Belmiro hanno preparato da una settimana due grandi tende bianche, non è un segreto per nessuno che il suo desiderio fosse essere salutato proprio lì, a pochi passi dall’Oceano atlantico e dalla sua casa di Guaruja, il rifugio di tutta una vita. La logistica è tutta da disegnare e preoccupa non poco, perché Santos è come Rimini, qui siamo in estate e quindi tutto è pieno. Decine di migliaia di tifosi si sono riversati davanti allo stadio, vogliono essere lì per riceverlo, per dirgli bentornato a casa. Obrigado, grazie, è la parola che percorre l’animo di 210 milioni di brasiliani, i nonni hanno raccontato di lui ai genitori che oggi fanno lo stesso con i figli. Nella patria del futebol lui è sempre stato considerato oltre, sopra ogni limite ed ogni record e saranno tantissimi i calciatori, allenatori ed addetti al settore a voler rendergli omaggio. Su tutti Neymar, anche lui un menino del Santos, amico di famiglia da anni, che è corso da Parigi per l’ultimo saluto.

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