Cina e la politica di “tolleranza zero” al Covid: la polizia usa i dati dei cellulari per rintracciare i partecipanti alle proteste anti lockdown

Alcuni manifestanti hanno già preso precauzioni per non essere rintracciati o identificati dalle forze dell’ordine. Uno di loro ha raccontato di aver tenuto il telefono in modalità aereo durante tutta la sua partecipazione a una manifestazione. Ma nonostante questo giovedì pomeriggio è stata contattata dalla polizia.

A Shanghai, dove si sono svolte alcune delle proteste più forti, con la folla che ha chiesto le dimissioni di Xi per due notti consecutive, la polizia ha perquisito i cellulari delle persone alla ricerca di reti private virtuali (VPN) che possono essere utilizzate per aggirare il firewall Internet cinese o di app come Twitter e Telegram, che, sebbene vietate nel Paese, sono state utilizzate dai manifestanti.

Un manifestante, arrestato durante il fine settimana, ha raccontato che, al momento dell’arresto, gli è stato ordinato dalla polizia di consegnare il telefono come «prova». Un altro ha affermato che gli agenti gli hanno restituito il telefono al momento del rilascio ma hanno cancellato le sue foto e rimosso l’app di social media WeChat.

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