Consultazioni per il governo: quando avvengono e la data del nuovo esecutivo

Vista la nettezza del risultato delle elezioni e visto il numero esiguo di gruppi parlamentari, in questa occasione le consultazioni dureranno solo un giorno e mezzo.

Dunque tra la sera di venerdì 21 ottobre e la mattina di sabato 22 Giorgia Meloni, se tutte le nebbie nel centrodestra saranno diradate, potrebbe ricevere l’incarico di formare il governo. Sempre in quelle ore Mario Draghi, premier in carica per gli affari correnti dovrebbe atterrare a Roma di ritorno dal suo ultimo Consiglio europeo a Bruxelles. E l’incarico a Meloni arriverà solo dopo questo momento, per galateo istituzionale.


Per curiosità statistica: la formazione più lunga di un governo tocca il record di 88 giorni, per la nascita del governo Conte 1.
A normare la formazione del governo c’è l’articolo 92 della Costituzione che recita: «Il presidente della Repubblica nomina il presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri».

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La Loggia d’Onore (detta anche Vetrata), dove i leader rilasciano le dichiarazioni alla stampa dopo l’incontro con il presidente della Repubblica

Una volta che il capo dello Stato conferisce l’incarico al presidente del Consiglio, questi solitamente accetta con riserva e conduce sue «consultazioni» con i partiti disposti a sostenere il suo esecutivo. Quattro volte il premier ha accettato senza riserva, l’ultima volta nl 2008 quando Silvio Berlusconi fu incaricato dall’allora presidente Giorgio Napolitano. Se invece il premier incaricato fa un giro d’orizzonte con i partiti, si comincia a formare un programma e a stilare una lista di ministri. Davanti a un risultato netto di solito in poche ore, al massimo uno o due giorni anche queste «consultazioni» si concludono.

Se le consultazioni del premier incaricato hanno esito positivo, questo torna al Quirinale, scioglie la riserva e viene nominato presidente del Consiglio. All’uscita dallo Studio alla Vetrata, dove ha appena parlato con il presidente della Repubblica, il neo premier legge la lista dei ministri.

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La Sala del Bronzino, dove le delegazioni si confrontano dopo essere stati ricevuti dal capo dello Stato e prima di rendere dichiarazioni alla stampa

Il giuramento e il passaggio della Campanella

Il giorno dopo o anche poche ore dopo lo scioglimento della riserva (il record minimo sono le quattro ore impiegate per allestire il giuramento del governo Gentiloni), il presidente del Consiglio e i ministri giurano al Quirinale nelle mani del presidente della Repubblica. Se non sorgeranno intoppi politici, il governo potrebbe dunque giurare già domenica, al massimo lunedì o martedì.

Sceso dal colle del Quirinale, il premier va a Palazzo Chigi, sede del governo, dove è accolto dal premier uscente. Al primo piano, nel salone delle Galere, il premier uscente consegna al nuovo la campanella, il cui trillo dà inizio alla riunione del Consiglio dei ministri. A questo punto il premier uscente lascia Palazzo Chigi e il nuovo presidente del Consiglio riunisce per la prima volta il Consiglio dei ministri durante il quale si nomina il sottosegretario alla presidenza del Consiglio e segretario del Consiglio e si assegnano le deleghe ai ministri senza portafoglio. Il governo è ufficialmente in carica e può cominciare a varare decreti legge e disegni di legge, gli strumenti principali della sua attività.

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La Sala degli Arazzi, che viene attraversata dalle delegazioni prima di essere ricevute dal presidente della Repubblica

Il discorso programmatico alle Camere

Una volta giurato il premier si prende uno o due giorni per scrivere il discorso programmatico con cui si presenterà alle Camere (questa volta si dovrebbe cominciare da Montecitorio) per chiedere la fiducia, entro dieci giorni dall’incarico. E il presidente della Camera, Lorenzo Fontana ha già convocato l’Aula di Montecitorio per lunedì alle 15.30. Con i nuovi numeri dei parlamentari saranno ora necessari 201 sì alla Camera e 104 sì al Senato. Va precisato che il governo è già ufficialmente operativo anche prima della fiducia e il premier può già presenziare ai vertici internazionali. Una volta incassata la fiducia l’esecutivo è nel pieno delle sue funzioni e può cominciare a lavorare.

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