Pd, prove di Aventino dopo l’elezione di Fontana: “Un disastro per l’Italia, il più contento sarà Putin”

Carlo Bertini

«Il più contento sarà Putin». Enrico Letta è furioso. Dopo aver votato per Cecilia Guerra presidente, (proposta per unire il fronte della sinistra) ha preso un aereo per Berlino per andare al congresso del Pse. E una volta consumato «il disastro», come i dem bollano l’elezione di Fontana, il segretario al telefono con i suoi si è sfogato: «Peggio di così non poteva andare, uno sfregio per l’Italia. Fontana. Ci rendiamo conto? Per due mesi abbiamo allertato del rischio di questa destra al potere e oggi queste reazioni, un mix di stupore e preoccupazione, mi fanno molto arrabbiare. Era chiaro che sarebbe stata questa l’evoluzione della loro vittoria».
«Omofobo e filo-Putin»
Un’evoluzione che ha portato a guidare la Camera, «il leghista filo-Putin, vicino alle destre estreme europee, omofobo. Serve altro?», domanda Matteo Ricci. «Una tragedia, lui è un corpo estraneo, sarà un problema», scuote la testa Gianni Cuperlo.
Letta sa che il nodo da affrontare sarà la divisione delle opposizioni evidenziata in queste due votazioni. Nessuno si fa illusioni, serve tempo per avvicinarsi. Ma il nemico è pericoloso. «Era chiaro – sostiene il segretario – che la presunta svolta moderata di Meloni fosse da un lato una brillante operazione di marketing di Fdi e dall’altro una sorta di autoconvincimento delle classe dirigenti che erano già pronte a salire sul carro della vincitrice. E al primo passaggio parlamentare, la realtà ha portato il conto. Ora facciamo un’opposizione dura senza perdere un colpo», ha detto ai parlamentari in mattinata.
Zingaretti e il dialogo con M5s
«Opposizione sì, ma non da soli», è l’esortazione di Nicola Zingaretti. Uno dei più preoccupati di questa spaccatura è l’ex governatore del Lazio, appena eletto deputato e in predicato di divenire vicepresidente della Camera: si dimetterà da governatore a giorni e non vuole lasciare macerie. «Farò un decreto di devolution del maggior numero di materie alla città di Roma», annuncia seduto su un divano alla Camera. Ma si vede che è il rapporto con i 5Stelle a preoccuparlo anche in termini nazionali. «Dobbiamo dare una risposta adeguata. Questo significa opposizione del Pd su contenuti chiari nei quartieri e in Parlamento, ma anche apertura di una fase nuova tra le opposizioni. Se la situazione è preoccupante non si può rimanere congelati al passato». Peccato che i rapporti tra Letta e Conte non esistano più e che per sei mesi il leader Pd sarà ancora lui.

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