Conte & D’Alema, la coppia anti-Draghi

Concetti che ha ribadito nuovamente ieri in tv, nelle stesse ore in cui Draghi veniva premiato e celebrato a New York, seduto accanto a personalità come l’ex segretario di Stato Usa Henry Kissinger: «Non è con il prestigio, l’abbiamo ormai toccato con mano, e non è con un buon curriculum che si può governare un’emergenza energetica come questa, che adesso sta sfuggendo di mano». Secondo Conte alcune soluzioni, come il tetto al prezzo del gas, andavano indicate molto prima. Alla radice però c’è una debolezza, spiega, che rende fragile tutto il sistema. «Va recuperata la politica, la dialettica tra i partiti e tra le idee». È un argomento che sostiene da mesi e che trova perfettamente d’accordo D’Alema, per il quale Draghi rappresenta «una delle più grandi rovine dell’Italia» proprio perché nel suo paradigma – di tecnico, di uomo dell’eterna emergenza, di salvatore chiamato dai partiti fuori da se stessi – vede l’umiliazione del Parlamento e la morte del primato della politica.

Ma le affinità tra Conte e D’Alema sono anche su altro. I giudizi, quasi sovrapponibili, sulla guerra in Ucraina e sul rapporto di Draghi con gli Stati Uniti: «Completamente acquiescente e pedissequa a quella di Usa e Gran Bretagna» dice l’avvocato. Infine c’è il Pd. Il passato («il campo largo» di Letta inondato di rancore reciproco, sempre a causa di Draghi e della sua caduta), il presente (la lotta all’ultimo voto con il M5S), il futuro, che dipenderà dai risultati di domenica. Se il Pd sarà sotto il 20%, se Conte sfiorerà il traguardo degli ex alleati: cosa succederà? Si apriranno scenari nuovi per la sinistra italiana, sostiene in privato D’Alema: la sinistra dei diritti dei lavoratori, dei poveri, del reddito minimo, della diplomazia sempre e comunque, la sinistrache dice di intravedere «più nell’agenda di Conte che nel Pd».

LA STAMPA

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.