Gualtieri: “La Flat Tax è un vero furto agli italiani”
FEDERICO CAPURSO
ROMA. Il progetto di Enrico Letta di costruire un campo largo contro le destre è fallito, ma il sindaco di Roma Roberto Gualtieri difende il segretario: «È una garanzia». Gli errori, semmai, sono stati commessi da Carlo Calenda, che «ha sbagliato a seguire la strada dell’avventura personale, non credo gli porterà fortuna». Il Pd, ragiona Gualtieri, sta invece «costruendo un’alleanza larga, aperta a partiti, movimenti e a personalità della società civile come Carlo Cottarelli».
Nel Pd però c’è chi parla di un congresso dopo le elezioni.
«Dopo
la sconfitta del 2018 il Pd ha recuperato forza e centralità perché ha
messo al centro gli interessi del Paese e non le ambizioni dei singoli. I
prossimi mesi saranno decisivi per il futuro dell’Italia e
richiederanno lo stesso approccio. Da questo punto di vista la forza e
l’equilibrio di Letta sono una garanzia».
Calenda ora tenta l’alleanza con Renzi. Due ex Pd. Vostri interlocutori o avversari?
«Noi
la corsa la facciamo sul centrodestra e ci occupiamo dei problemi degli
italiani. Loro a forza di anteporre l’io al noi hanno la preoccupazione
di non superare la soglia di sbarramento».
Sembra che il centrosinistra abbia paura della vittoria di Giorgia Meloni. Vede un pericolo per la democrazia?
«Dopo
il Covid, l’Italia è stata protagonista del rilancio e del cambiamento
dell’Europa e ha recuperato credibilità e autorevolezza, e quindi anche
capacità di far valere i propri interessi. È chiaro che se avremo un
governo i cui riferimenti internazionali sono Orban, Kaczynski, Le Pen e
Vox conteremo di meno su tutti i dossier importanti, e questo mi
preoccupa perché avrà conseguenze concrete su tutti gli italiani».
Da ex ministro dell’Economia, considera la flat tax del centrodestra sostenibile?
«Oltre
a essere la più ingiusta delle misure, la flat tax è economicamente
insostenibile e incompatibile con un sistema di welfare basato su sanità
e scuola pubblica. Determinerebbe immediatamente una crisi del debito
pubblico, a meno che non si decida di rinunciare a scuola e sanità
pubbliche, ma allora sarebbe bene spiegarlo prima agli italiani».
Ha qualche numero?
«Mantenendo le detrazioni, la
flat tax di Salvini al 15% costerebbe tra i 90 e i 100 miliardi l’anno,
quasi quanto l’intero sistema sanitario nazionale. Senza detrazioni,
tra i 25 e i 30 miliardi: per finanziarla bisognerebbe chiudere una
scuola su due. Quella di Berlusconi, che è al 23%, peserebbe sulle
nostre casse tra i 30 e i 35 miliardi, cioè circa quattro volte la spesa
destinata all’Università. E sarebbe una vera beffa, perché almeno 30
milioni di contribuenti con redditi medio-bassi pagherebbero più tasse
di oggi. In ogni caso si tratta di un furto con destrezza ai danni degli
italiani. Neanche i più accaniti conservatori britannici si
sognerebbero mai di fare una proposta del genere, neanche la Le Pen e
Trump sono arrivati a tanto. Sono proprio curioso di vedere se Giorgia
Meloni la farà propria».
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