Calenda, l’ultimo scoglio

LUCA MONTICELLI

«Il diavolo è sempre nei dettagli», continua a ripetere Carlo Calenda a chi gli chiede perché l’intesa con Matteo Renzi non sia ancora chiusa. E i dettagli, soprattutto quando si ha a che fare con il senatore fiorentino, sono sostanza: le candidature, i collegi, il simbolo, gli spazi televisivi. Per non parlare della leadership, non proprio un tema secondario. Come racconta un esponente di Azione, Renzi è «un abilissimo professionista della politica, bisogna stare molto attenti a dividersi i posti». I sondaggi accreditano il Terzo polo di un 4%, e se il nuovo gruppo centrista riuscisse ad arrivare al 6-7% i parlamentari eletti sarebbero una ventina, quindi, considerando che non ci sono chance di vincere negli uninominali, il braccio di ferro sui fedelissimi da mettere in lista è più forte che mai.

Il ruolo di front runner in campagna elettorale sarà al centro dell’incontro di oggi tra Calenda e Renzi, anche se, dopo due giorni di rinvii, un colpo di scena dell’ultimo minuto potrebbe far slittare ancora una volta il vertice decisivo. L’ex premier si è detto pronto al passo indietro, cosa che potrebbe fare anche Calenda qualora si decidesse di puntare sul ticket Carfagna-Bonetti o solo su Mara Carfagna, ipotesi che in realtà sembra sfumata. Però una cosa è certa: Calenda vuole avere per sé la visibilità maggiore, a partire dagli spazi televisivi.

Gli sherpa dei rispettivi partiti sono al lavoro notte e giorno sulla costruzione dell’alleanza: sui collegi lo schema potrebbe essere cinquanta-cinquanta o leggermente a favore di Azione, comunque la rappresentanza sarà equilibrata.

Il simbolo è un altro problema: Azione e Iv vogliono presentarsi come lista unica e non come coalizione, per essere sicuri di superare lo sbarramento del 3%. Perciò il simbolo sarà uno, e dentro il contrassegno ci vanno i loghi dei due partiti e un solo nome, che dovrebbe essere quello di Calenda, a meno che non si decida di trovare una sintesi lanciando Mara Carfagna con l’idea di andare alla conquista degli elettori delusi di Forza Italia. Ma per lei è più probabile un ruolo nel partito.

Ieri mattina, il leader di Azione era sicuro che l’accordo con Italia viva fosse «praticamente fatto», nonostante le difficoltà pensava che tutte le caselle sarebbero andate naturalmente a posto. In serata, dopo aver ascoltato l’intervista di Matteo Renzi a La Stampa, Calenda ha cambiato atteggiamento e, ospite del Tg4, ha usato lo stesso aggettivo con il quale il senatore fiorentino ha descritto il suo stato d’animo: «Prudente». L’ex ministro dello Sviluppo economico ha risposto così alla domanda se il patto con Renzi fosse in dirittura d’arrivo: «Io sono molto prudente, mi è saltato un matrimonio poco tempo fa e ormai sono scottato, ma spero di sì, abbiamo programmi comuni e l’obiettivo di mantenere Mario Draghi a Palazzo Chigi».

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