Accordo a sinistra, c’è la coalizione definitiva. Letta: “Ce l’ho messa tutta, ora pensiamo a raccogliere i voti”

Niccolò Carratelli, Alessandro Di Matteo

Eccola, la strana alleanza a quattro punte costruita da Enrico Letta. Dopo Carlo Calenda, sono dentro anche Luigi Di Maio, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Accordi separati, «ma compatibili fra loro», assicura il segretario Pd, pronto a fare da cerniera fra forze che stentano ad andare d’accordo. Una quota di collegi uninominali per tutti, a costo di sacrificare gli aspiranti candidati del Partito democratico, pur di raggiungere l’obiettivo: «impedire un governo della destra», per «difendere la nostra Costituzione» ed evitare «un’emergenza democratica». Parole forti, quelle usate dal segretario del Pd, per dare il senso del suo sforzo unitario, dettato dalla necessità, «perché con questa legge elettorale la solitudine è penalizzata». E con un pericolo all’orizzonte, sempre legato al Rosatellum, che può imprimere una «torsione in senso maggioritario e portare la destra unita a prendere la maggioranza dei due terzi del Parlamento, pur non avendo la maggioranza assoluta», spiega Letta. Soddisfatto per essere riuscito ad allargare l’alleanza, dopo giorni di trattative e veti incrociati. «Per me adesso basta, ce l’ho messa tutta – confida a La Stampa – abbiamo la coscienza a posto, abbiamo fatto tutto il necessario per riuscire a giocare la partita. Ora pensiamo a raccogliere i voti».

Sabato pomeriggio movimentato il suo, con ben due conferenze stampa in poche ore per suggellare le intese. Prima a fianco di Fratoianni e Bonelli, poi con Di Maio e Bruno Tabacci. I rappresentanti di Sinistra Italiana e Verdi precisano che si corre insieme nei collegi uninominali, ma «ognuno va al voto con il suo programma». Ci si unisce per fermare Meloni e Salvini, ma non si tratta di un percorso per andare insieme al governo, perché «le cose che ci hanno diviso negli scorsi mesi restano tali – spiega Letta – non sarebbe serio se io parlassi di accordo di governo». Una sottolineatura che punta a tenere buono Calenda, con il quale dice di aver siglato invece un «patto di governo lungimirante». In casa Pd, infatti, c’è chi teme che il leader di Azione possa sfilarsi alla luce della nuova cornice dell’alleanza. Ha colpito il suo silenzio di ieri sera, dopo le notizie arrivate dal Nazareno.

Sulla diversa natura dell’intesa, del resto, è d’accordo lo stesso Fratoianni, che deve tenere a bada i malumori interni al suo partito, dove c’è chi ha chiesto una consultazione online degli iscritti sulla scelta di allearsi con il Pd. «Ciascuno metterà in campo le sue idee, le soluzioni per rispondere a un Paese ammalato di diseguaglianza – dice il segretario di SI – Insieme ci batteremo per impedire che l’estrema destra guadagni il governo del Paese». L’intesa con Impegno civico, invece, è stata senza dubbio la meno complicata, tanto che il leader dem si spinge a dire che «tra noi c’è un rapporto molto intenso, siamo stati la parte del Parlamento che è stata più a sostegno della continuità del governo. C’è un ragionamento sul futuro». Lontani i tempi in cui Di Maio, da capo del Movimento 5 stelle, inveiva tutti i giorni contro il Pd. Ora spiega che «siamo assolutamente convinti di questa alleanza, le coalizioni sono definite, si entra nel vivo: inizia un lungo cammino per disegnare una nuova Italia». Intanto, è stata disegnata la mappa dei collegi: pur di chiudere gli accordi, Letta ha accontentato tutti. Visto che ad Azione era andato il 30% dei posti, con sondaggi intorno al 5-6%, Sinistra e Verdi hanno chiesto e ottenuto di avere il 20%, che andrà ripartito nella quota degli uninominali assegnati al Pd, cioè il 70% del totale.

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.