L’emporio dei finti draghiani

Il Pd si sbraccia per dire che non ci si impicca alle idee. Ce n’è una e basta per tutti. Se vince il centrodestra, o le destre come ormai bisogna dire, c’è la fine del mondo. Come se l’Italia fosse Taiwan. L’importante è raccontarsi le storie giuste e così se Fratoianni davvero lascia Calenda può dire che l’emporio è liberale e pazienza se nel Pd e oltre il Pd, lì dove resiste Bersani, bivacca la vecchia sinistra di potere e ideologia. È così che nel patto di alleanza Pd e «Azione più Europa» hanno rispolverato la convergenza parallela dell’«autonomia programmatica». È la ragione sociale dell’emporio. I collegi saranno a scatola chiusa. L’elettore che sacramenta contro il nucleare si ritrova a votare chi lo considera una benedizione, e viceversa. Il trucco è l’insegna sbiadita con la scritta «Draghi e compagni».

IL GIORNALE

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