La stangata sui mutui

a cura di Sandra Riccio

Fine dell’era dei prestiti facili in due anni aumento del 9%

Il rialzo di mezzo punto del costo del denaro deciso dalla Bce è destinato a cambiare la dinamica del mercato dei mutui, che da anni andava a gonfie vele: dall’inizio del 2020 le banche hanno erogato 34 miliardi di euro alle famiglie, in aumento del 9% nonostante la crisi per la pandemia. Il totale dei finanziamenti per acquistare abitazioni, secondo stime Fabi, è passato da 383 miliardi a fine 2019 a 417 miliardi nel maggio scorso.

Alcune dinamiche erano già in corso. Ad esempio nel secondo trimestre di quest’anno l’Irs, l’indicatore a cui sono agganciati i tassi di interesse per i mutui a tasso fisso, è schizzato verso l’alto di 100 punti base, riposizionandosi su livelli prossimi a quelli di otto anni fa.

In particolare, l’Irs di durata vent’anni, quello più utilizzato, è passato dall’1,10% medio di marzo al 2,22% medio di luglio. L’Irs a venti anni, dopo aver toccato un picco del 2, 58% a fine giugno, si stava progressivamente stabilizzando attorno al 2,10%. Era a quota 0,60% all’inizio del 2022. Parallelamente l’indice Euribor a tre mesi, a cui sono parametrati i mutui a tasso variabile, dopo sette anni di valori negativi a metà luglio è tornato in territorio positivo.

Il tasso fisso ora conviene meno la terza via del tetto massimo
I vantaggi che il tasso fisso offriva fino a pochi mesi fa, cioè le rate relativamente basse in presenza della sicurezza che il livello di interessi da pagare non sarebbe mai cambiato, stanno via via scomparendo. Adesso questo tipo di contratto, per chi sottoscrive un nuovo accordo, costa molto di più e molte famiglie ricominciano a guardare al variabile, più rischioso ma senz’altro meno caro. È però anche meno sicuro perché non protegge da futuri (e assai probabili) rialzi della Bce. Per questo la scelta adesso cade soprattutto sul variabile con cap, vale a dire quel tipo di strumento che prevede un tetto oltre il quale il tasso non può andare offrendo così buone garanzie a chi accende il mutuo. È una soluzione intermedia ma ha spread e costi assicurativi mediamente più alti.

Il cambiamento nelle richieste delle famiglie è già scattato. Lo dice la Bussola Mutui Crif–MutuiSupermarket.it che sul secondo trimestre 2022 ha rilevato un aumento di interesse nelle richieste del tasso variabile sul portale online: il peso di questo prodotto, che è sempre stato sotto al 10%, è salito al 18% del totale delle interrogazioni online e il variabile con cap è arrivato a dispiegare il 7%.

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