Maturità 2022, ecco gli strafalcioni: Mussolini? Era un comunista. D’Annunzio l’estetista

Roma, 9 luglio 2022 – Anche i piccoli fenomeni crescono. Eppure, facendo i conti, da ‘Io speriamo che me la cavò ai maturandi 2022, sono passati più di trent’anni. Quindi, o i bambini di Arzano autori della raccolta hanno patito una lunga serie di bocciature, o ci troviamo di fronte a una nuova generazione di padroni della lingua e della cultura italiana. Proprio così. I siti specializzati in vicende scolastiche stanno sciorinando in queste ore le mirabili gesta dei maturi (o quasi) dinanzi alle commissioni d’esame. Giusta ci sembra una premessa: ogni interrogazione richiede una buona dose di autocontrollo. Capita che un nostro ragazzo, vittima della paura, non riesca nemmeno a profferir parola. Detto tra noi, sarebbe forse meglio fare scena muta che rispondere che un tal Sergio Mattarella è uno sconosciuto, come ha sostenuto un’esaminata. Dietro a questa affermazione non si nasconde solo scarsa conoscenza delle istituzioni, ma mancanza di rispetto verso chi ha fatto, col proprio dolore, la storia del Paese.

Una profonda ignoranza che farebbe inorridire persino quel “comunista” di Benito Mussolini. Perché anche questo è risonato nelle aule d’esame. Per restare in tema, il Duce del fascismo – secondo un altro candidato – non subisce la fine ortodossa della fucilazione in quel di Giulino di Mezzegra dinanzi al cancello di villa Belmonte, ma, al pari dei rivoluzionari francesi, fu decapitato. Non ci è dato modo di sapere se la confusione sia poi proseguita nello scambio tra la parigina Place de la Concorde – sede delle esecuzioni rivoluzionarie – e la meneghina Piazzale Loreto. Ma meglio crediamo sia non indagare oltre. Mi pare comunque impagabile questa visione fluida della Storia. Ogni avvenimento può essere adattato alla fantasia del maturando. E non solo.

Dopo quel fatidico giorno, il maturo sarà in grado di affrontare da solo la vita e diventare padrone del mondo che vorrà. Forse proprio questo dovrebbe preoccuparci e farci correre ai ripari. Evito di puntare il dito su strafalcioni minori come ‘il cespuglio’, siepe nell’infinito leopardiano, la Pasqua (e non l’Epifania) dei protagonisti pirandelliani e il “nobile dell’epoca” verghiana Mastro don Gesualdo. Per fortuna esistono persone come Liliana Segre: la sua commovente missione di lasciare nei giovani memoria della follia che ha infangato un secolo le rende gloria. E apre un varco nell’ignoranza. Peccato che un altro esaminato abbia detto che la persecuzione razziale di cui fu vittima la senatrice a vita era dovuta al colore nero della sua pelle. Biasimare il livello di conoscenza dei nostri ragazzi equivale a denunciare il fallimento della nostra missione.

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