Ucraina Russia, news sulla guerra di oggi |Allarme degli 007 Usa: Mosca potrebbe usare armi nucleari tattiche

di Lorenzo Cremonesi, Andrea Nicastro e Paolo Foschi

Le notizie di giovedì 30 giugno sulla guerra, in diretta

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Un soldato ucraino in una trincea nell’area di Odessa (Epa)

La guerra in Ucraina è arrivata al 127esimo giorno.
• I russi continuano a premere su Lysychansk. Alle forze di Kiev mancano armi, munizioni e dispositivi indispensabili come i visori notturni.
• Gli 007 Usa: «Mosca userà l’atomica? Possibile». Nuovo scambio di prigionieri: liberati 144 soldati ucraini, tra cui 95 combattenti del reggimento Azov.
• La Nato aumenterà la presenza in Europa: in arrivo in Italia un altro battaglione Usa e un sistema di difesa antiaerea. Draghi ha lasciato il summit in anticipo.
• Stoltenberg: «Gli alleati sono pronti a una guerra lunga. Sapevamo dell’invasione già in ottobre, abbiamo lavorato per impedirla».
• Zelensky ha ricevuto ieri il presidente dell’Indonesia e il miliardario Richard Branson.

Ore 09:07 – Ucraina: partita una nave con 7.000 tonnellate di grano

Una nave con 7.000 tonnellate di grano ha lasciato il porto ucraino occupato di Berdyansk. Lo riferiscono le autorità filo-russe.

Ore 08:44 – Putin: «L’adesione Finlandia e Svezia non preoccupa Mosca»

L’adesione alla Nato di Svezia e Finlandia non preoccupa la Russia che si riserva tuttavia di rispondere a un eventuale «dispiegamento di infrastrutture e contingenti militari dell’Alleanza atlantica» nei due Paesi nordici «seguendo il principio della reciprocità», ha affermato Vladimir Putin. Svezia e Finlandia nella Nato «non creano lo stesso problema che si porrebbe nel caso dell’Ucraina» nell’Alleanza atlantica.

«Non abbiamo dispute territoriali con loro. La loro adesione alla Nato non ci preoccupa. Sono liberi di fare quello che vogliono», ha ribadito Putin da Ashgabat. «Con Finlandia e Svezia avevamo relazioni positive, e ora ci saranno alcune tensioni. E’ evidente, non c’è modo di evitarlo», ha aggiunto il Presidente russo.

Ore 08:25 – Lisichansk sotto bombardamenti incessanti, «no tregua»

La città in prima linea Lysychansk , è sotto incessanti bombardamenti mentre la Russia continua con la sua offensiva nell’Ucraina orientale. Il governatore regionale Serhiy Haidai ha dichiarato alla televisione ucraina: «La battaglia è in corso. I russi sono costantemente in offensiva. Non c’è tregua. Assolutamente viene tutto bombardato». Le autorità ucraine hanno affermato che stavano cercando di evacuare i residenti dalla città, al centro degli attacchi della Russia, dove circa 15.000 persone sono rimaste sotto gli incessanti bombardamenti.

Le forze russe stanno circondando la città mentre provano a prendere la regione industrializzata del Donbass orientale. Tutte le strade da e per Lisichansk sono controllate dalle truppe della Federazione russa e dai ribelli della sedicente autoproclamata Repubblica di Lugansk, la via Lysichansk-Artyomovsk è completamente chiusa, secondo Rodion Miroshnik, un funzionario russo. Il territorio della raffineria di Lysichansk è passato completamente sotto il controllo delle forze russe.

Ore 07:45 – Putin: «L’obiettivo della Russia è liberare il Donbass»

(Luca Angelini da Prima Ora) Putin ieri ha anche detto che, per quanto riguarda l’«operazione militare speciale» (leggi invasione) in Ucraina, «l’obiettivo della Russia è liberare il Donbass». Da Kiev, l’inviato Andrea Nicastro segnala, però, che la direttrice dell’intelligence americana, Avril Haines, non è d’accordo: «Dobbiamo aspettarci di tutto, da Mosca. Putin non ha rinunciato all’idea di conquistare tutta l’Ucraina». E aggiunge: «I russi impiegheranno anni a riprendersi. Potranno avanzare, ma in modo limitato e la frustrazione potrebbe indurli ad attacchi cibernetici, a controllare le reti dell’energia e persino all’uso dell’atomica. Da parte loro gli ucraini dovrebbero riuscire a stabilizzare il fronte e a riconquistare parte del Sud. La guerra si prospetta lunga».
(Qui il punto militare di Andrea Marinelli e Guido Olimpio)

Nicastro segnala anche che, nel più grande scambio di prigionieri dall’inizio dell’invasione, 144 soldati ucraini sono stati liberati da Mosca in cambio di altrettanti russi. Tra gli ucraini c’erano 95 «difensori di Mariupol» e, tra questi, 43 del reggimento Azov. «Il tabù è rotto. Anche se i 144 sono in gran parte gravemente feriti, l’idea di processarli non è un obiettivo irrinunciabile».

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Ore 07:38 – L’arci-putinista Patrushev, il «clown» Medvedev e gli altri. Chi conta davvero a Mosca?

(Marco Imarisio) Quasi tutti gli uomini del presidente. E quanto pesano, soprattutto. Sono mesi in cui per forza di cose gli esercizi di Cremlinologia sono diventati un sottogenere giornalistico, con annesse previsioni sul nuovo Zar nell’improbabile caso di abbandono, o peggio, da parte di Vladimir Putin. Novaya Gazeta, il quotidiano diretto dal premio Nobel Dmitry Muratov , ha fatto una operazione diversa. Sulla sua edizione online, l’unica ormai possibile, ha affidato ad alcuni politologi la valutazione sulla effettiva rilevanza dei personaggi che più di tutti recitano il ruolo di guerrafondai e nemici dell’Occidente.

Cominciamo con i due cattivi mediatici per eccellenza, Ramzan Kadyrov e Dmitry Medvedev , i due uomini che ogni mattina danno il buongiorno al creato con parole sempre più aggressive contro «i nemici della Russia». Il leader ceceno si è accreditato con i consueti toni sguaiati come il cattivo tenente di Putin. Ma è innegabile come la guerra in Ucraina gli stia dando la possibilità di uscire dal cono d’ombra del leader regionale e di ritagliarsi un ruolo importante a livello federale. Non ha alcuna possibilità di sostituirlo, ma almeno è diventato un interlocutore del presidente. Quella dell’ex delfino dello Zar è invece una parabola opposta. La tribuna degli esperti di Novaya Gazeta è concorde su Medvedev. Un grande avvenire dietro le spalle, e un presente gramo. «La sua figura ormai non appartiene più alla politica, è diventato una specie di clown dei media» dice ad esempio l’analista Nikolay Petrov.

Ore 06:09 – I russi: controlliamo tutte le vie di accesso a Lisichansk

Tutte le strade da e per Lisichansk sono controllate dalle truppe della Federazione russa e dai ribelli dell’autoproclamata Repubblica di Lugansk, la via Lysichansk-Artyomovsk è completamente chiusa. Lo rende noto Rodion Miroshnik, un funzionario russo secondo Ria Novosti. Il territorio della raffineria di Lisichansk è passato completamente sotto il controllo delle forze russe.

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