Ius Scholae, un dovere morale

Il comune è stato condannato dal tribunale di Milano, in primo grado e in appello, per pratiche discriminatorie. Ma la discriminazione arriva facilmente, dove mancano i diritti. L’Italia non può avere una legge sulla cittadinanza che risale al 1992, perché è cambiato tutto: il 10,3 per cento dei bambini che frequentano le nostre scuole non hanno la cittadinanza italiana. Di questi, il 57,4 per cento è nel primo ciclo: sono i più piccoli. A chi può far paura dar loro nuovi diritti? Come hanno potuto, i parlamentari di Lega e Fratelli d’Italia, presentare emendamenti ostruzionistici per mesi senza neanche avere il coraggio di entrare nel merito della questione? O chiedendo che ai bambini figli di stranieri si facciano test sulle sagre paesane o si chieda il massimo dei voti? In un Parlamento preda delle sue battaglie ideologiche, ed evidentemente scollato dalla vita reale, l’approvazione dello Ius scholae sarebbe un miracolo. Un piccolo segnale di speranza.

LA STAMPA

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