I pericoli della nuova variante Omicron e l’utilità di una quarta dose di vaccino

Antonella Viola

La crescita dei positivi – ben oltre i numeri ufficiali – e il rialzo dell’indice di contagio Rt ci indicano che la variante Omicron BA.5 è arrivata e si sta ampiamente diffondendo sul nostro territorio. Un picco di contagi in estate rappresenta l’ennesima spiacevole sorpresa che questo nuovo coronavirus ci propone. Del resto, molti di noi avevano spiegato che il motivo per cui d’estate il virus colpiva di meno era essenzialmente legato alle nostre abitudini, più che ad una sua intrinseca insofferenza al caldo. La vita all’aperto sfavorisce la trasmissione del virus; i contagi, prima di Delta e, soprattutto, di Omicron, avvenivano quindi prevalentemente in luoghi chiusi. Tuttavia, maggiore è la trasmissibilità di un virus, maggiore sarà pure la probabilità che i contagi si verifichino anche all’aperto. Ecco che dunque, nonostante le alte temperature di questi giorni, Omicron BA.5 trova il modo di diffondersi nella popolazione, complici anche l’assenza di misure di contenimento e l’abbandono della mascherina da parte di gran parte della popolazione.

I vaccini, così efficaci contro la prima versione del SARS-CoV-2, hanno via via perso la capacità di bloccare l’infezione e iniziano anche a proteggere meno dalla malattia sintomatica, soprattutto in quelle persone che, per ragioni anagrafiche o per condizioni di salute, hanno un sistema immunitario indebolito. Cosa fare allora per evitare l’aumento dei ricoveri e dei decessi?

Nei mesi passati, molti dati sono stati pubblicati a supporto dell’utilità della quarta dose per proteggere le persone che sono più a rischio di Covid severo. Stimolando la produzione di anticorpi, la quarta dose conferisce una protezione aggiuntiva utile per proteggere dall’infezione sintomatica. Utile soprattutto se la circolazione del virus è alta, come adesso.

Negli USA, la quarta dose (o secondo richiamo) è stata approvata a partire dai 50 anni; in Francia è raccomandata per gli over 60. In Italia si è invece deciso di autorizzarla solo agli over 80 o, se più giovani, solo in presenza di condizioni cliniche severe e molto limitate. Lasciando di fatto fuori una grossa fetta di popolazione fragile. Questa scelta, già scientificamente discutibile ma tutto sommato non troppo preoccupante se il virus non circolasse, diventa assolutamente incomprensibile di fronte ad una nuova ondata di contagi. L’unico strumento che abbiamo per limitare ricoveri e decessi consiste nel permettere immediatamente l’accesso alla vaccinazione a tutti gli over 60 e nel comunicare l’importanza di effettuare il richiamo.

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