La cultura a rischio fallimento

di Aldo Grasso

Tutto quello che non pensiamo sia cultura è cultura. Tutto quello che pensiamo sia cultura è a rischio fallimento, in certi casi a fallimento totale. Come testimonia «ItsArt», «la Netflix italiana della cultura», secondo la definizione del suo promotore, il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini.

Il bilancio del 2021 di «ItsArt», controllata da Cassa depositi e prestiti e dalla piattaforma Chili, dice che la società ha perso quasi 7,5 milioni di euro nel corso del primo anno di attività.

Di fatto ha dimezzato la sua liquidità, visto che l’impresa era decollata con circa 15 milioni di euro effettivi.

Secondo un’analisi di Luciano Capone sul Foglio, la piattaforma ha grosse perdite e incassi bassissimi: 240 mila euro (0,7 € l’anno per utente). La riserva messa da Cdp è finita e servono altri soldi.

La cosa più triste non sono i tre amministratori delegati cambiati in poco tempo, ma la totale mancanza di una linea culturale: «ItsArt» è un modesto catalogo di varia umanità: con i soldi investiti, Rai Cultura avrebbe ora un’offerta più ricca e interessante, anche internazionale.

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