M5S, oltre 60 seguono Di Maio. La Lega diventa primo partito: i nuovi equilibri in Parlamento

di Claudio Bozza e Emanuele Buzzi

Con il ministro 51 deputati e 11 senatori. Ecco come il Movimento ha dimezzato i propri rappresentanti: nel 2018 erano 333, oggi sono 165. Ma lo scouting non è finito

desc img

Dopo la scissione varata da Luigi Di Maio , il primo partito di maggioranza a sostegno del governo Draghi diventa la Lega: 193 parlamentari (132 deputati e 61 senatori). A ruota c’è il M5S, che si ferma a quota 165, sottraendo 51 eletti a Montecitorio e 11 a Palazzo Madama, passati con i nuovi gruppi dei fedelissimi del ministro degli Esteri. Nella compagine draghiana ci sono poi Forza Italia (134) e il Pd (132). L’implosione dei Cinque stelle, oggi dimezzati rispetto ai 333 seggi conquistati con il boom del 2018, rivoluziona i rapporti di forza in Parlamento.

Di Maio, dopo una trattativa di adesioni accelerata dal cruento scontro con Conte , strappa al suo ex partito 62 parlamentari, che daranno vita a «Insieme per il futuro». Ma la cifra è destinata a crescere nei prossimi giorni. E a travalicare i confini del Parlamento, spaccando il M5S anche nelle Regioni. In Campania, Molise e Abruzzo alcuni fedelissimi del ministro potrebbero già dar vita a gruppi autonomi.

A seguire il titolare della Farnesina ci sono anche pezzi importanti del governo, come la viceministra Laura Castelli (Economia). Poi i sottosegretari: Manlio Di Stefano (Esteri), Dalila Nesci (Sud), Anna Macina (Giustizia) e Pierpaolo Sileri (Salute). Qualcuno, come l’ex Guardasigilli Alfonso Bonafede, non se l’è sentita e ha preferito restare tra gli stellati, ma la campagna acquisti è tutt’altro che chiusa. Lo scouting non è finito. Ci sono ex ministri che potrebbero presto riunirsi con i dimaiani. Anche perché sulla truppa M5S c’è sempre lo spettro della tagliola dei due mandati. Non a caso, tra i grillini che hanno seguito l’ex leader ci sono diversi volti storici: da Carla Ruocco (ex esponente del direttorio) all’ex tesoriere Sergio Battelli, dall’ex capogruppo alla Camera Francesco D’Uva, compresi Mattia Fantinati e Gianluca Vacca.

Di sicuro la scissione ha un impatto importante anche a livello governativo. Per fare un confronto: i dimaiani sono 62, contro i 45 renziani di Italia viva. Tra i rumors si fanno già i nomi dei possibili capigruppo: Vincenzo Spadafora per la Camera e Primo Di Nicola o Vincenzo Presutto per il Senato. C’è chi ironizza: «I contiani dicevano che eravamo venti al massimo. Si vede che sanno contare come sanno fare politica». Lo strappo causerà anche un danno economico non irrilevante per le casse M5S, tra mancate restituzioni e rimborsi per la comunicazione che finiranno nei nuovi gruppi. E anche in questo caso i dimaiani non risparmiano sarcasmo: «Si vede che il contratto di Grillo diventerà annuale».

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.