Draghi va avanti sulle armi a Kiev e blinda Di Maio: i 5Stelle non otterranno il rimpasto

Sarà. Ma più d’uno tra i Dem s’è convinto che la fine del governo sarà sancita dalla manovra, lì potrebbe consumarsi la rottura, che porterebbe al voto a fine anno o inizio 2023.
Intanto è aperto l’affaire Farnesina, che in via di Campo Marzio brucia eccome. Con uno strappo definitivo tra Conte e Di Maio, l’ammaccato M5S perderebbe una pedina fondamentale al governo. “Di Maio è già un nostro ministro solo sulla carta”, è il commento velenoso che si fa tra i fedelissimi di Conte. Per mandare via il ministro, ragionano, se non un rimpasto, servirebbe una sfiducia parlamentare ma l’opzione non sembra essere considerata, sarebbe un atto clamoroso in tempo di guerra, sono consapevoli.

Chi è vicino al leader fa sapere che in caso di scissione si valuteranno tutti gli atti conseguenti, anche nei confronti di Di Maio. Ma il rimpasto viene reputatobottino difficile, la sensazione è che Conte dovrà masticare amaro.

REP.IT

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