“L’innovazione non sia contro i poveri”

Stefano Zurlo

C’è il dogma della transizione energetica. E c’è poi la realtà dei tanti poveri disgraziati che non riescono a pagare le bollette sempre più care. «Ecco – afferma Chicco Testa, ex presidente Enel e parlamentare nel Pci-Pds fra l’87 e il ’94, un’autorità in materia – non capisco perché la sinistra non stia dalla parte dei nuovi poveri che sono in grande difficoltà davanti ai costi crescenti della luce e del gas».

Al Parlamento Ue è scontro: i socialisti vogliono il passaggio all’elettrico entro il 2035, i popolari frenano.

«La transizione era stata pensata in un contesto diverso: la guerra ha cambiato tutto, soprattutto mi pare sia venuta meno l’equità che era considerata uno dei pilastri di questa rivoluzione».

Che cosa si dovrebbe fare?

«Nessuno contesta l’avvento dell’elettrico e sul fronte del riscaldamento la pompa di calore rappresenta il futuro».

Ma il presente?

«Appunto. Dobbiamo risolvere i problemi drammatici che strozzano migliaia e migliaia di persone, dobbiamo rivedere le tabelle, in modo meno rigido e più pragmatico, dovremmo considerare a fondo le possibili conseguenze di questa svolta».

Il conflitto fra Russia e Ucraina impone un ripensamento?

«Non possiamo impiccarci alle date. Milioni di persone annaspano e noi non possiamo dire loro che devono comprare l’auto elettrica o mettere la pompa di calore. Sono investimenti importanti, ancora di più per le famiglie dal perimetro finanziario molto stretto, e potrebbero dare un altro colpo ai bilanci già precari di molte persone. Servono pazienza e buonsenso».

Insomma, un pizzico di realismo in più?

«Sì, non possiamo innamorarci di una teoria, pure virtuosa. E dobbiamo considerare le questioni sul tappeto. L’equità ma non solo».

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