Putin cerca nuove reclute e apre le caserme ai 40-50enni

di Enrico Franceschini

Sotto le armi fino a cinquant’anni. È la risposta di Vladimir Putin alle pesanti perdite subite dalle sue forze in tre mesi di guerra in Ucraina. Il parlamento russo ha approvato una legge che alza l’età massima per servire nell’esercito dai 40 ai 50 anni. Non significa che tutti gli uomini fino a quella età saranno costretti a indossare l’uniforme e andare a combattere nel Donbass: è soltanto, per il ministero della Difesa, la possibilità di arruolare volontari cinquantenni, a contratto, ovvero stipendiati. Non si tratta dunque della mobilitazione generale, che secondo alcune indiscrezioni sarebbe stata annunciata dal capo del Cremlino nel discorso del 9 maggio per la parata sulla Piazza Rossa, nell’anniversario della vittoria nella Seconda guerra mondiale. Una misura del genere avrebbe rivelato al Paese che l’invasione del vicino non è una “operazione militare speciale”, com’è obbligatorio chiamarla in Russia, bensì un’autentica guerra. 
E una leva di massa per gli adulti di ogni età sarebbe stata uno strumento rischioso, capace di allargare il dissenso popolare verso il conflitto: a nessuno piace armarsi e partire per il fronte, specie a chi ha passato da un pezzo gli anni del servizio militare e ha già un lavoro, una famiglia.
Ma l’iniziativa lanciata da Mosca sembra una mobilitazione strisciante, una leva nascosta, per reagire ai 15 mila morti e al numero ancora più grande di soldati feriti e fatti prigionieri dal 24 febbraio a oggi: in tutto pari a un terzo della forza di invasione di 150 mila uomini, secondo l’intelligence occidentale.

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