Caso David Rossi, le nuove perizie sul manager Mps: “Tenuto per i polsi e lasciato cadere”
David Rossi è stato ucciso. Non si è tolto la vita volontariamente come per ben nove anni la Procura di Siena ha sostenuto. I dubbi sulla dinamica della morte del manager di Monte dei Paschi di Siena, avvenuta la notte del 6 marzo 2013, iniziano a trasformarsi certezze. Due perizie di parte, una medico legale compiuta sulle lesioni rinvenute sul corpo di Rossi e realizzata da Francesco Introna (direttore, tra l’altro, di medicina legale del Policlinico di Bari), e una seconda perizia fisico balistica svolta da Franco Gelardi (ordinario di Fisica Sperimentale all’università di Palermo) certificano che quella sera Rossi non solo fu aggredito e picchiato – come già accertato dal comandante dei Ris, Davide Zavattaro – ma fu poi spinto contro la sua volontà fuori dalla finestra del suo ufficio, tenuto sospeso nel vuoto per i polsi e poi lasciato cadere. Insomma:<ET>un omicidio. Null’altro che questo. Il contenuto delle perizie è stato anticipato da Carmelo Miceli, avvocato di Antonella Tognazzi (vedova di David), alla trasmissione Le Iene che ieri in tarda serata su Italia 1 ha dedicato alla scomparsa del manager un nuovo servizio che si aggiunge all’inchiesta che Antonino Monteleone e Marco Occhipinti conducono da ormai quasi cinque anni e ha già fatto emergere importanti contributi investigativi e testimonianze fondamentali che la Procura di Siena si era dimenticata di recepire come quella dell’ex segretaria di Fabrizio Viola, Lorenza Pieraccini. Ieri Le Iene hanno aggiunto un nuovo importante tassello.
UN VERO E PROPRIO PESTAGGIO
Le perizie, ha spiegato Miceli, confermano “che David è stato picchiato
violentemente, brutalmente: ha il fegato spaccato con una ginocchiata o
un pugno”, oltre a ferite da taglio sulle mani che dimostrano abbia
“tentato di schifare un coltello o comunque una lama”. Ma la parte più
importante riguarda le lacerazioni ai polsi “dai quali è stato
trattenuto” e le ferite sul sinistro “totalmente sovrapponibili alla
cassa dell’orologio che indossava”.
Quelle lesioni, inoltre, prosegue Miceli “sono perfettamente compatibili
con le lesioni di un uomo che è sporto fuori da più persone, per le
braccia dopo essere stato colpito violentemente, poi viene lasciato
cadere da quella persona che prima lascia il braccio destro e poi il
braccio sinistro provocando queste escorazioni, e in quel modo si ha
perfettamente una caduta di una persona che arriva a terra nel modo in
cui è arrivato David”.
Di fatto l’unico elemento certo in questi anni è stato il video
acquisito dalla telecamera di sorvegliana posta in vicolo de Rossi,
traversa di vicolo Monte Pio, dove è stato rinvenuto il cadavere di
Rossi. Anche Carolina Orlandi, figlia di Antonella, ha preso visione
delle perizie e ha condiviso con Le Iene le conclusioni. «Se si immagina
qualcuno che tiene David appeso fuori dalla finestra, quindi con un po’
di distanza rispetto al muro, questo può essere compatibile con come lo
vediamo atterrare, con il braccio sinistro alzato e il braccio destro
in basso, completamente in verticale», spiega Carolina.
Ci sono poi tutte le ferite sulla parte frontale del corpo di Rossi che,
sempre Zavattaro, aveva definito incompatibili con la caduta.
E<ET>anche su queste le due nuove perizie confermano, tramutando
in certezze, i dubbi che le riguardano. Le ferite sul volto, sul polso,
all’inguine, alla bocca dello stomaco, gli ematomi di cui uno in
particolare all’altezza del fegato:<ET>tutte perfettamente
giustificabili solo ed esclusivamente con una aggressione e delle
percosse.
“C’è questa foto della mano di David che presenta un taglio, per quel
taglio il professor Introna usa una descrizione molto specifica:
definisce quella lesione come ferita da difesa attiva, la ferita che si
provoca in chi con le mani prova a difendersi da qualcuno che lo
aggredisce con un coltello, con un taglierino», aggiunge Miceli.
Nelle prossime settimane i reparti di investigazioni scientifiche dei
carabinieri del Ris e del Racis consegneranno le loro relazioni
conclusive su una serie di indagini informatiche e balistiche – nonché
sulla dinamica della caduta – che a loro sono state affidate dalla
Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di David Rossi
presieduta da Pierantonio Zanettin. Commissione che in meno di un anno
di lavori ha compiuto maggiori passi investigativi di quanto in otto
anni abbiano fatto le due procure che si sono occupate del caso, quella
di Siena prima e quella di Genova poi.
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