Ucraina Russia, le news sulla guerra di oggi | Azovstal, battaglia finita: i difensori lasciano l’acciaieria. Zelensky: gli eroi ci servono vivi

di Lorenzo Cremonesi, Giusi Fasano, Marco Imarisio, Marta Serafini

Le news di martedì 17 maggio sulla guerra, in diretta. Oltre 260 combattenti ucraini di cui 53 feriti sono stati evacuati dall’acciaieria Azovstal

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• La guerra in Ucraina è arrivata all’83esimo giorno.
• Nella serata di ieri è cominciata l’evacuazione dei militari dalle acciaierie Azovstal di Mariupol, con diversi bus. L’annuncio del comandante del battaglione Azov Denis Prokopenko in un video sui social: «Per salvare vite, la guarnigione sta attuando la decisione approvata dal comando supremo».
• «Speriamo di poter salvare i nostri ragazzi», perché l’Ucraina «ha bisogno di eroi vivi, e penso che ogni persona giudiziosa capirà queste parole», ha detto il presidente Zelensky, confermando l’avvio dell’evacuazione dei militari.
• La Finlandia e la Svezia hanno chiesto ufficialmente l’ingresso nella Nato. Il presidente turco Erdogan si è detto contrario.
• La città di Leopoli nell’Ucraina occidentale, a circa 70 km dal confine con la Polonia, ha subito nella notte un massiccio attacco missilistico.

Ore 07:53 – Le difficoltà dell’esercito di Mosca sono arrivate sulla tv russa

La propaganda russa ha fino ad ora mantenuto un profilo estremamente aggressivo, sulla tv di Stato russo. Ma qualcosa – specie in questi ultimi giorni – sembra essere cambiato.

Nelle scorse ore , nel corso del più popolare talk show russo, Mikhail Khodaryonok — un giornalista esperto di questioni militari — ha sorpreso tutti, affermando che le informazioni che parlano di una demoralizzazione delle truppe ucraine «sono false», che anzi gli ucraini son o«molto motivati e pronti a morire per il loro Paese» (la cui stessa esistenza era stata messa in discussione da Putin), e che la Russia si trova «in una posizione di isolamento geopolitico totale», con Paesi come India e Cina «che non stanno completamente al nostro fianco». «Di fatto, anche se odiamo ammetterlo, tutto il mondo è contro di noi», ha detto.

Qui sotto il video, con sottotitoli in inglese (del giornalista Bbc Francis Scarr).

Ore 07:49 – L’Europa divisa sulle sanzioni

(Gianluca Mercuri) Ci sono delle divisioni tra gli europei sulle sanzioni alla Russia: e il tema si sta complicando.

Già il quinto pacchetto, quello sul carbone, era stato una fatica. Ma il sesto, che riguarda il petrolio ed è annunciato da settimane, proprio non si sblocca.

•Il no dell’Ungheria
A mettersi di traverso è sempre il premier ungherese Viktor Orbán. L’Unione europea contava di convincerlo pagandogli la riconversione degli impianti a tipi di greggio diversi dal russo. Ma, scrive Francesca Basso, «l’Ungheria non è sola, dietro di lei ci sono anche Slovacchia, Repubblica ceca, Bulgaria e Croazia ad avere forti riserve sull’embargo. L’impatto economico sarà forte per diversi Stati membri».

•Orbán contro l’Occidente
Il problema però è più ampio, e il premier ungherese nemmeno prova a nasconderlo. Anche ieri ha tuonato contro l’Occidente, accusato di essere in preda a una «follia suicida». Si riferiva, ancora una volta, alla «follia di gender» e al «grande programma per la sostituzione della popolazione europea». La teoria della «grande sostituzione» è una tesi complottista secondo cui l’immigrazione serve a sostituire i bianchi cristiani. Orbán non è affatto isolato neanche qui: la tesi riaffiora frequentemente anche tra le destre europee occidentali.

• Le nubi sull’economia
La guerra pesa, suscita scenari preoccupanti, offusca le previsioni. A cominciare dal quelle della Commissione europea:
– Eurozona: a febbraio stimava una crescita dell’eurozona al 4% per il 2022 e al 2,8 per il 2023, ora è scesa al 2,7 e al 2,3.
– Italia: Per l’Italia, la previsione è passata dal 4,1 al 2,4 per quest’anno e dal 2,3 all’1,9 per il prossimo.
-Inflazione: l’Unione a 27 passerà dal 2,9% del 2021 al 6,8 di quest’anno, per scendere nel 2023. Nell’eurozona, l’inflazione del 2023 toccherà il 6,1, «il tasso più alto nella storia dell’unione monetaria», sottolinea l’eurocommissario all’Economia Paolo Gentiloni.

•L’incognita del gas
L’embargo al gas russo, aggiunge Gentiloni, determinerebbe una «crescita negativa» per l’economia europea. Insomma una recessione. La Commissione sottolinea anche che l’Italia «essendo uno dei principali importatori di gas russo, sarebbe gravemente colpita da improvvise interruzioni delle forniture».

•Germania in picchiata
Con un Pil previsto all’1,6, la locomotiva d’Europa tocca il livello più basso tra i 27, esclusa l’Estonia. Bisogna avere questo dato in mente per inquadrare l’intervista che il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner ha rilasciato a Federico Fubini. I toni sono duri: chiede ai partner (sottinteso: anzitutto l’Italia) di abbassare debito e deficit, altrimenti la Banca centrale europea avrà difficoltà ad alzare i tassi per combattere l’inflazione; dice no al tetto al prezzo del gas (proposto dall’Italia), perché teme tagli dei russi alle forniture. No anche a un nuovo Recovery Plan postbellico. E no a un abbandono definitivo delle rigide regole di bilancio europee. È il volto tradizionale (e spaventato) della Germania, ma non l’unico.

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