Marat Gabidullin, l’ex comandante del Wagner Group: “Generali impreparati e male informati. Putin ormai è chiuso nel suo mondo”

Nel canale Telegram di Wagner, “RSODM”, sono state scritte alcune verità sgradite alla propaganda russa. Per esempio che a Snake Island i russi si ritiravano, e era stata colpita una nave, un elicottero. Come lo spiega?

«Uno, evidentemente gli è permesso, si prendono un certo grado di libertà. E due, mandano, diciamo così, degli avvisi, un memento ai dirigenti russi: signori, ricordatevi che noi siamo qua, stiamo combattendo per voi».

Quanti russi sono morti in Siria, e quanti della Wagner? E quanti in Ucraina?

«In Ucraina non lo so, in Siria non voglio rivelarlo. Ma tutta la propaganda di Mosca è basata sul mentire sui morti, e dire che le vittorie sono ottenute con minimi sacrifici».

Come giudica militarmente il Comando delle Forze armate in Ucraina? Il generale Valery Gerasimov è stato duramente criticato.

«Non lo giudico bene. Pensavano a una guerra veloce, ma avevano cattiva intelligence sull’Ucraina. Non erano preparati, erano male infornati. Tre giorni dopo l’inizio della guerra quel c… di Lukashenka – che non è russo ma parla solo su mandato di Mosca – fece un’intervista a Solovyov per dire che la Russia avrebbe vinto in tre giorni, “perché di là non c’è nessuno a fronteggiarli”. Che c…».

Alcuni membri della Wagner sono accusati di stupri, violenze sui civili, lei ha mai assistito a crimini del genere?

«Un contractor privato in Russia è una persona non riconosciuta, che per la legge non esiste, è fuorilegge, nessuno è responsabile per il suo destino. D’altra parte, lui sa che potrà evitare qualunque responsabilità criminale per le sue azioni. Una zona grigia tremenda, in cui ognuno è solo con i suoi demoni. Io non ho visto gli stupri, ma so che non tutti riescono a seguire le regole e l’etica, e trattenere la violenza».

Cosa pensa dell’invasione di Putin in Ucraina?

«Credo che sia un errore tragico. Non si poteva assolutamente attaccare l’Ucraina, sono nostri fratelli. Questa guerra va contro qualunque senso, contro il popolo ucraino, ma anche contro quello russo, sarà la rovina dell’economia e dello stato russo. So che la guerra sarà lunga. E so che se i russi riuscissero a tenere i confini degli oblast di Donetsk e Luhansk, si fermerebbero: non perché vogliono, ma perché non hanno assolutamente le forze per andare oltre. Ma hanno le forze per tenere eventualmente Kherson, Mariupol, Melitopol, Berdyansk? Da quello che mi dicono i miei compagni, no. Dopo questo disastro una Russia esisterà ancora, ma come? In che modo? Non sono una figura di spicco come Navalny o Nemtsov. Non dirigo alcun movimento di opposizione. Non faccio altro che parlare apertamente, e con cognizione di causa. Ormai basta questo in Russia a essere accusato come nemico del popolo. Putin vive ormai in un suo mondo parallelo, è cocciuto e non cederà mai, sappiate che se non viene fermato potrebbe andare avanti all’infinito, lo dico ai tanti putiniani d’Italia, potrebbe inventarsi di dover invadere l’Italia perché un secolo fa eravate andati a combattere contro la Russia. Lo so, è fantascienza, ma fino a un certo punto».

(Ha collaborato Kateryna Sadilova)

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