Governo, la tela di Draghi

Vero è che nel frattempo alcuni fatti hanno spinto le Cancellerie occidentali ad abbassare i toni verso Mosca. Prima le rivelazioni del New York Times sul coinvolgimento americano nella uccisione di alcuni generali russi, poi una sfortunata intervista del numero uno Nato Jens Stoltenberg a proposito dei presupposti per arrivare alla pace, infine la decisione di Svezia e Finlandia di aderire il prima possibile all’Alleanza atlantica. Draghi, con tattica studiata negli anni a Francoforte – quando c’erano da convincere insieme tedeschi e italiani sulla politica monetaria – ha prima contribuito a compattare l’Unione attorno a Nato e Stati Uniti, poi a proporsi nel ruolo di pontiere. Anche per questo mercoledì ha invitato a Roma la premier finlandese Sanna Marin, che ha avuto toni duri contro il rischio di una escalation. La settimana successiva lunedì 23 e martedì 24 – a Palazzo Chigi verranno ricevuti anche il premier bulgaro e della Macedonia del Nord, due Paesi balcanici che più di altri stanno subendo tensioni interne per via della guerra in Ucraina.

LA STAMPA

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