Caso Epstein, Andrea solo nella sua villa: i Windsor lo ripudiano

dal nostro corrispondente Antonello Guerrera

LONDRA – Ogni giorno, dalle finestre della sua gabbia dorata, il principe Andrea guarda il mondo esterno, anzi il giardino privato della tenuta di Windsor, rinchiuso nella mansione georgiana Royal Lodge di 30 stanze, di cui sette da letto, a dieci minuti dal Castello di Windsor dove soggiorna la madre, la regina Elisabetta. Che l’altroieri l’ha ripudiato per lo scandalo sessuale legato a Jeffrey Epstein e Ghislaine Maxwell. Da giovane, il terzo figlio prediletto della sovrana era un mezzo eroe nazionale, che quella stessa madre costrinse a rimanere sotto il fuoco della guerra delle Falklands. Ora, invece, il duca di York si flagella per essere diventato una vergogna nazionale, anche agli occhi della famiglia. Che, con l’erede Carlo e il distaccato nipote William in prima linea, l’altro giorno lo ha defenestrato per non macchiare il Giubileo di Platino della sovrana (70 anni sul trono) dopo l’ok al processo per le accuse di violenza sessuale nel 2001 contro Virginia Roberts Giuffre, allora 17enne.

Una mattina di qualche settimana fa, come ha scritto il Daily Mail, un ospite di Sarah Ferguson, da cui Andrea ha divorziato nel 1996 ma che bizzarramente ancora convive con lui, è entrato nel Royal Lodge e ha visto il principe di spalle nel suo studio al primo piano. Guardava la tv, sul divano. Dopo oltre un’ora, l’ospite è ripassato per andare via: Andrea era sempre lì, con la televisione accesa.
Oggi, la vita e la testa del 61enne duca di York sono un profondo bunker.

Per molti mesi, Andrea, ex “Playboy Prince”, ha cercato di fuggire dalle accuse di Giuffre: addirittura, prima che il caso esplodesse, si rifugiava in altre case della madre per schivare ingiunzioni o pericolose comunicazioni giudiziarie. Oggi invece, se non è davanti alla tv, Andrea rimane spesso fino a notte fonda a studiare ogni documento processuale, ogni feritoia legale di questo soffocante labirinto. Tanto che ha vietato al suo team di avvocati da 2mila dollari l’ora di prendersi una pausa a Natale. “Alla fine ha dovuto affrontare anche lui la realtà, nonostante la sua arroganza”, ci dice Nigel Cawthorne, autore della biografia “Prince Andrew”, “ma solo perché non aveva altra scelta”. Andrea con i suoi collaboratori, “perché di amici non se ne vedono più al Royal Lodge”, ripete che è convinto di vincere la causa civile scatenata da Roberts: “Non è uno sprint, è una maratona”.

L’unico vero svago di Andrea è rimasto andare a cavallo, attività preferita anche di sua madre, che va ancora a visitare quasi ogni giorno. Anche perché la regina non può farne a meno. Pare che Elisabetta gli stia pagando buona parte delle spese processuali. Ma la sovrana non contribuirà affatto alle spese di risarcimento del figlio alla 38enne accusatrice, che potrebbero arrivare anche a 10 milioni di euro. E nel progetto della “monarchia ristretta” di Carlo, potrebbe essergli tagliata pure la sicurezza.

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