L’America, l’Italia e i posti umani

di   Beppe Severgnini

Tre in dieci giorni. Tre messaggi da altrettanti conoscenti negli USA, con gli auguri di Natale – anzi «Happy Holidays!», come dicono là – e una confessione: stanno pensando di venire a vivere in Italia. Una coincidenza? Non credo.

Si tratta di persone non più giovani, ma non ancora anziane. Hanno una carriera e una famiglia. Due vivono sulla costa est, una sulla costa ovest. Non hanno aspettato di sapere che The Economist – dopo averci deprecato nel 2001 e deriso nel 2011 – nel 2021 ci ha scelto come «Paese dell’anno» (non il migliore in assoluto, ma quello che è migliorato di piu).

Non sono attirati dalla solidità psicologica di Mario Draghi, oggi il leader più anglosassone in circolazione. Non sono affascinati dai moltissimi luoghi comuni che circolano sull’Italia (siamo produttori instancabili di stereotipi, dovremmo inserirli nel Prodotto Interno Lordo). Queste persone vorrebbero vivere in Italia per due motivi. Uno è merito nostro, l’altro è colpa loro.

Negli Stati Uniti si combatte, da qualche anno, una lotta silenziosa e spaventosa. Una «guerra fredda civile» che vede due forze contrapposte. Da una parte, una destra ancora succube di Donald Trump, che ha mostrato d’essere disposto a tutto pur di tornare al potere: anche di sovvertire la democrazia. Dall’altra, una società liberal-progressista spaventata, divisa, confusa, talvolta isterica. Lottano tra loro i generi, le etnie, le generazioni: ognuno pensa il peggio degli altri.

In una delle tre mail che ho ricevuto dagli USA leggo: «Non sono preoccupato oggi di un colpo di Stato, o di un ritorno di Trump. Quello che mi preoccupa è che metà della nazione odia l’altra metà, e uno dei nostri partiti di fatto rifiuta le norme democratiche e oggi opera come un semi-culto. In queste condizioni è impossibile affrontare gli enormi problemi che abbiamo davanti. E, se questo accade, anche il mondo è nei guai».

Ho chiesto: perché pensate di trasferirvi proprio in Italia? Uno dei tre mi ha risposto: «Perché, nonostante tutte le difficoltà, siete stati capaci di restare un posto umano».
Guardate che è un bellissimo complimento.

Buon Natale a tutti gli italiani, agli Italians e a quelli che nel mondo ci vogliono bene.

CORRIERE.IT

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