Doglioni, presidente dell’Ingv: «Il terremoto a Milano? La placca adriatica si avvicina a quella europea di 1 o 2 millimetri all’anno»

di Carlotta Lombardo

In città le scosse possono arrivare anche a magnitudo 6 solo che avvengono raramente. Quello che cambia moltissimo, a livello di percezione delle scosse, è il tipo di suolo dove sono state costruite le case

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Un anno fa, il 17 dicembre 2020, una scossa di terremoto di magnitudo 3.9 era stata registrata in provincia di Milano alle 16.59, con epicentro a 4 km da Pero, a 56 km di profondità secondo quanto rilevato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).La magnitudo della forte scossa avvertita questa mattina con epicentro a Bonate Sotto, in provincia di Bergamo, l’ha superata: secondo le prime stime la magnitudo è stata di 4.4 (poi è stata quantificata dal punto di vista energetico a 3.9). Milano si trova nella Zona 3 della classificazione sismica dell’Italia, con alcune aree in Zona 4, quindi la pericolosità sismica del Milanese è considerata «bassa» e i terremoti sono eventi rari.

Dopo questa ulteriore scossa la città deve cominciare a preoccuparsi? Lo abbiamo chiesto al professor Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).

«In Italia ci sono in media all’anno 15-20 eventi di magnitudo tra 4 e 5 e quindi è un evento del tutto naturale ed è considerato leggero. La mappa di cui parla lei trae in inganno perché indica una probabilità di eventi. Non è che nella Zona 3 non ci possano essere eventi forti, qui possono arrivare anche a magnitudo 6 solo che magari avvengono ogni 2000 anni, per quanto ne sappiamo. A Verona, nel 1117, c’è stato il terremoto più forte conosciuto nel Nord Italia, fu di magnitudo intorno a 6.5. L’evento avvenuto l’anno scorso era a Sud di Milano, in una zona molto diversa, con un’altra struttura tettonica. In realtà ce ne sono stati anche di più recenti, a Caviaga a metà del 1951, di magnitudo 5.4».

Milano è in una zona sismica?
«Il fronte Sud delle Alpi, quello vero, non le montagne che si vedono a nord di Milano, si trova anche sotto Milano perché è sepolto sotto i sedimenti della Pianura Padana e continua verso Bergamo a muoversi. Quello che è avvenuto stamattina è un terremoto di tipo compressivo, vuol dire che è la placca adriatica che si avvicina relativamente di 1 o 2 millimetri all’anno rispetto alla placca europea. Una velocità molto lenta rispetto ai movimenti delle grandi placche in Giappone, per esempio, o nelle Ande dove le velocità possono raggiungere anche gli 8 o 9 centimetri l’anno, cioè 80 volte più veloci. La magnitudo di questi terremoti è quindi enormemente più grande. Qui stiamo invece parlando di terremoti leggeri, più moderati, che possono arrivare anche a eventi forti ma molto rari. Attenzione, però, questo non significa ìche a Milano non possano esserci».

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