“Una galassia di persone refrattarie alla scienza. Ma i virologi siano cauti”

Marco Leardi

La razionalità del divulgatore scientifico non l’abbandona mai. Nemmeno quando è a casa propria, lontano dalle telecamere. Piero Angela pronuncia ogni parola selezionandola con cura, con il tono pacato ma vivace di chi ha molte cose da raccontare. E sa perfettamente come farlo. “Bisogna essere molto precisi, soprattutto quando si parla di argomenti delicati”, osserva il popolare giornalista, premurandosi del fatto che le sue affermazioni risultino chiare e non vengano fraintese. Dall’alto dei suoi 93 anni, il decano della divulgazione in tv ha uno sguardo attento su tutto ciò che lo circonda, dall’attualità ai temi sociali più dibattuti. Pure sulla sessualità e sui rapporti di coppia ha voce in capitolo, lui che da oltre 60 anni è sposato con la stessa donna, la sua amata Margherita. Ma la nostra conversazione non poteva che iniziare dall’argomento che più sta impegnando la comunità scientifica.

Ormai tutti dicono la loro sul Covid, ma chi fa divulgazione è sempre stato all’altezza del suo compito?

“Diciamo subito che per avere una certezza su qualsiasi scoperta scientifica, bisogna averla verificata con una serie di controlli. Il pubblico deve capire che un conto sono le cose accertate, sulle quali tutti sono d’accordo, ma quando si chiede di prevedere cosa accadrà per un determinato fenomeno nessuno è in grado di dirlo con sicurezza. Per cui si esprimono delle opinioni, che vanno però divise dai fatti. Quello che si sa, lo si può dimostrare in modo preciso, il resto sono soltanto ipotesi”

In tempi non sospetti, lei aveva anche parlato di “virologi oracoli”. In che senso?

“Gli scienziati nei dibattiti sono spesso provocati dalle domande dei giornalisti. Ma bisogna far capire, appunto, che ci sono due livelli diversi: quello delle cose che si conoscono e quello delle cose ancora ignote. Molti scienziati giustamente dicono: ‘Questo non lo so, però secondo me…’. Dovrebbe essere sempre così. A volte però capita anche che ci siano opinioni legittimamente diverse, che potranno essere validate o meno da quello che si scoprirà in seguito”

Ma in questo caso non si rischia di generare confusione nel pubblico meno attrezzato?

“Sì, capisco. Ma allora bisognerebbe evitare di chiedere agli esperti la loro opinione”

Cosa pensa di chi ancora oggi si dichiara no-vax?

“Quello è un universo fatto di personaggi diversi tra loro. Ci sono alcuni che semplicemente hanno paura del vaccino e non si lasciano convincere dai risultati scientifici. Questo credo sia il nucleo forte dei no-vax e penso che la loro sia una reazione simile a quella di chi ha paura dell’aereo: è un sentimento che prevale sulle dimostrazioni logiche. Poi ci sono anche persone che si riconoscono nei fenomeni paranormali, e nella mia attività in giro per il mondo ne ho conosciute diverse. Il problema è che questi individui si lasciano convincere specialmente sulla rete, dove circolano messaggi di tutti i tipi. Il trucco è che, sempre, questi messaggi vogliono far credere che ci sia qualcosa di nascosto da svelare. ‘Non ve l’avevano detto…’. Infine ci sono persone che si infiltrano nelle manifestazioni solo per portare violenza. In Francia si chiamano casseur, guastatori”.

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