“Grazie da noi bimbi”. Il saluto del banchiere rimpianto da tutti. Le lacrime dei figli: “Eri come Superman”

Stefano Zurlo

Tombolo (Pd). Su un muro, accanto all’ingresso della chiesa di Sant’Andrea Apostolo, c’è un cartello scritto con caratteri allegri e tremolanti: «Grazie Ennio da tutti i bambini di Tombolo». Sotto quel poster passano tutti i potenti che entrano nel tempio neoclassico, quasi una prosecuzione del paesaggio palladiano, e quelle parole danno la misura della giornata: quello di Ennio Doris è un funerale particolare. Niente sfarzo. Semplicità e coralità. Il paese e la comunità finanziaria stretti intorno al feretro di un uomo che era diventato famoso ma non aveva perso i colori della fiaba.

Gli amici e i compaesani fanno grappolo davanti ai maxischermi, piazzati un po’ ovunque fra le case e i capannoni, quel mix unico di città e campagna, di antico e contemporaneo che è il Veneto. Dentro ci sono i Berlusconi: Silvio, accompagnato da Marta Fascina, e i figli Marina col marito Maurizio Vanadia, Eleonora e Luigi; il fratello Paolo Berlusconi che è arrivato con la figlia Alessia. E poi il numero uno di Mediobanca Alberto Nagel, Alessandro Benetton, Renzo Rosso, Marco Tronchetti Provera, Matteo Marzotto, insomma un pezzo di miracolo italiano, ma sono presenze defilate, quasi in secondo piano.

«Ennio è qui e non è qui», spiega come si può spiegare la morte don Bruno Caverzan, il parroco di Tombolo. E si capisce che aveva una grande confidenza con il banchiere che dava del tu ai grandi ma non aveva perso il filo diretto con il sacerdote. «Ennio – prosegue – mi diceva: Ma come farà un ricco ad entrare nel regno dei cieli se è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago?. La sua domanda – annota il reverendo – la teniamo aperta, ma lui ha risposto con i fatti. Ha fatto il bene, a tante persone, c’era sempre».

E forse, c’è ancora: «Dolcissimo nonno – mormora al microfono la nipote, la venticinquenne Aqua di Montigny – questo viaggio verso il cielo non potevi che farlo tu per primo, perché Ennio Doris ha sempre visto più in là degli altri. Il tuo esempio di amore verso la nonna è stato sacro. Non ti preoccupare per lei, ce ne occupiamo noi». Lina, vestita di azzurro e ancora bellissima, sorride con cenni di approvazione quando le parole accorciano e quasi schiariscono il buio del mistero.

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