Fare presto sull’obbligo vaccinale

MASSIMO GIANNINI

Un anno fa, di questi tempi, passavo a casa la mia convalescenza di “covidizzato” in via di guarigione. Dopo quasi un mese di ricovero in ospedale, e nove giorni di terapia intensiva, il maledetto virus stava finalmente mollando l’assedio al mio corpo. Senza alcun merito, avevo vinto la battaglia: il caso, il destino, un dio, il nulla: chiunque o qualunque cosa fosse, aveva voluto così. Negli ospedali assediati si combatteva a mani nude e alla cieca, in quel tempo che ci sembra lontano e non lo è: ossigeno, punture di eparina sull’addome, chi somministrava antibiotici, chi Remdesivir ad alte dosi. Si procedeva per tentativi, senza sapere nulla. Né del veleno, né dell’antidoto. Da allora, 135 mila “soldati” come me non hanno avuto la mia stessa fortuna. Sono caduti sul campo. 

Tra paure, solitudini e sofferenze di cui oggi, minacciati dalla pandemia che torna a colpire, vediamo riavvicinarsi lo spettro. Non c’è pace al ricordo di chi non ce l’ha fatta: quel che è perso, è perso per sempre. Ma c’è cura al dolore di chi resta: la scienza ci offre gli strumenti per scongiurare che la tragedia si ripeta. Per la memoria degli uni, e per la speranza degli altri, il governo ha oggi un solo dovere, etico e politico: introdurre l’obbligo vaccinale. Subito. Basta mettere in fila i fatti per capire che non c’è più un solo minuto da perdere. Si tranquillizzino i sedicenti “Guerriglieri” che avvelenano la rete e inquinano la piazza: l’allarme Quarta Ondata non lo teorizzano i succhiasangue di Big Pharma, ansiosi di decuplicare i profitti. Lo lancia Hans Kluge, direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità. Che ci sia un nesso tra bassi tassi vaccinali e alti tassi di viralità e mortalità, di nuovo, non è una teoria della Spectre Sanitaria che vuole imporre la dittatura al pianeta.

Lo dicono i numeri. In Russia, con 144 milioni di abitanti, il tasso di vaccinazione è risibile: solo un terzo degli adulti ha completato il ciclo vaccinale, e tre su quattro di chi non si è ancora vaccinato non ha intenzione di farlo. In Germania, secondo le indicazioni del Robert Koch Institute, ad oggi per tenere il Paese in sicurezza almeno il 90 per cento della popolazione avrebbe dovuto completare il ciclo vaccinale, e invece sono fermi al 67 per cento. Secondo un’inchiesta della Tageszeitung, ben 27 milioni di tedeschi non hanno ricevuto neanche la prima dose, “e la maggior parte di loro non vuole farlo in futuro”. In Bulgaria c’è il tasso di vaccinazione più basso, al 29,9 per cento, e il numero più alto di decessi per milione di abitante, 23,2.

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