Pensioni, l’attacco dei sindacati su Quota 102: “È una presa in giro che non serve al Paese”

Francesco Grignetti

ROMA. Le pensioni, al solito, sono un terreno minato. E così non c’è da meravigliarsi se il consiglio dei ministri di martedì si sia bloccato quando il ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha messo sul tavolo la sua ultima idea, quella di un’uscita da Quota 100 attraverso un paio di scalini, la Quota 102 e la Quota 104, per evitare un ritorno nudo e crudo alla Fornero.

Da parte della Lega, è stato espresso il «dissenso politico». E così se tutto il resto, come la riscrittura dei bonus edilizi o il ritocco delle aliquote fiscali, è filato relativamente liscio, sulle pensioni c’è stato lo stop.

Che peraltro non è tutto e solo leghista. Dice infatti il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, Pd: «Al di là delle quote, una discussione che verrà una volta aperto un confronto più di merito, mi pare ci sia un principio affermato che condivido: si deve attenuare in qualche modo l’impatto del venir meno di Quota 100 perché non si arrivi alla Fornero. E questo mi pare sia un tema sul quale siamo tutti d’accordo».

Certo, c’è l’Ocse che sta con il fucile puntato. «La spesa per le pensioni e per il debito – dicono i rappresentati Ocse in audizione al Senato – in Italia è molto più alta degli altri Paesi Ocse. Ciò penalizza in particolare i giovani e le prospettive di crescita». Ma in verità un ritorno secco alla Legge Fornero, non lo vuole davvero nessuno. Troppo impopolare.

I sindacati sono unanimi nel bocciare la proposta del ministro dell’Economia. Dice Maurizio Landini, segretario generale Cgil, ospite da Bruno Vespa: «Passare da Quota 100 a Quota 102 è un po’ una presa in giro. Non è quello che serve al nostro Paese. Stiamo dicendo al governo, che con noi non ha ancora discusso, che appena il tavolo ci sarà, siamo pronti ad avanzare le proposte di riforma». Si riferisce alla possibilità di uscita da 62 anni, una pensione di garanzia per i giovani, un riconoscimento contributivo per le donne.

I sindacati hanno chiesto un incontro urgente al premier e quasi sicuramente Mario Draghi li riceverà la settimana prossima, esauriti gli impegni internazionali. Non ha alcuna intenzione di sottrarsi al confronto, anzi. Del dialogo con i sindacati vuole fare sempre di più la cifra del suo passaggio per Palazzo Chigi.

Il ritorno alla Fornero, poi, per la Lega è addirittura un anatema. Il ministro Giancarlo Giorgetti stavolta non ha lasciato spiragli a mediazioni. «Ci sono diverse ipotesi in ballo – ha detto -, ma nessuna decisione su Quota 100 è stata presa, così come chiesto dai ministri della Lega. Nei prossimi giorni si decideranno modalità e tempi delle modifiche del sistema pensionistico. Escludo qualsiasi ritorno alla legge Fornero».

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