Serracchiani: “Questo voto ha premiato l’unità, è bene che nessuno lo dimentichi”

Carlo Bertini

Nessun contraccolpo sul governo da questa vittoria dei candidati del Pd e «ora faremo ogni sforzo per allargare il campo del centrosinistra». Debora Serracchiani è capogruppo dei Dem e per questo ha il polso degli umori dei suoi deputati e di quelli di altri gruppi.

La portata di questa vittoria può incidere nelle dinamiche parlamentari, visto che il Pd resta comunque il gruppo meno corposo, dopo 5stelle e al pari della Lega?

«Mi auguro di no. Per il Pd, comunque, si è trattato di un voto che ha premiato, oltre la scelta di candidati appassionati e competenti, la nostra linea di sostegno leale e convinto al governo». Avrete qualche chances in più in battaglie sui diritti e sulle leggi economiche o dovrete sopportare più scarti di una Lega imbizzarrita dalla sconfitta?

«Spero proprio che dalla Lega non arrivino difficoltà per l’azione di governo. Abbiamo da affrontare una legge di Bilancio assai decisiva per la ripresa e per i nodi sociali con cui il Paese si sta misurando: ed è, da quanto sta emergendo, un documento per noi molto importante e che condividiamo, a cominciare dalla riduzione delle tasse sul costo del lavoro».

Ma la debolezza del Pd in Parlamento, potrebbe comportare una pulsione a correre alle urne se Draghi dovesse rendersi disponibile per il Colle?

«Abbiamo detto più volte che il governo deve andare avanti fino al 2023. Sta lavorando bene e i risultati si vedono. Ed è decisivo che non ci siano ritardi o ostacoli per le prossime scadenze del Pnrr. E’ in gioco il futuro del Paese e la sua reputazione internazionale».

È la prima volta dopo 8 anni e l’uscita di Bersani, che rientra in Parlamento il segretario del vostro partito. Cosa comporterà?

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