Cercando la matrice

MASSIMO GIANNINI


Dopo il Sabato Nero, avevamo chiesto ai leader della destra italiana un’assunzione di responsabilità. Riflettete sui fatti di Piazza del Popolo. Guardate le immagini di quella truce Marcetta su Roma. Osservate le facce degli squadristi che hanno assaltato la Cgil, come gli arditi del Ventennio devastavano le Camere del lavoro. Fate tutto questo, e poi abbiate il coraggio di riconoscere che quei fatti e quelle facce appartengono al vostro «album di famiglia», ancora macchiato dalle scorie del neofascismo. Purtroppo non l’hanno fatto. Giorgia Meloni ha detto “è squadrismo, ma non conosco la matrice”. Dunque non bastano i 12 arresti, tra i quali due capi-bastone di Forza Nuova e un fondatore dei Nar.
A quanto pare, bisogna ancora cercare la «matrice». Questa mistificazione politica è inaccettabile. Tanto più che la presidente di FdI, parlando di quella violenza, aggiunge «sarà fascista, non sarà fascista, non è questo il punto». Fermi restando i pasticci del governo sul Green Pass, il caos tra le aziende e i lavoratori, la rabbia sociale esacerbata dalla pandemia, le gravi carenze degli apparati di sicurezza, vogliamo dire a Meloni che invece il punto è proprio questo: quella feccia è fascista, è diffusa e lei ce l’ha in casa. Finché non lo riconosce e non fa piazza pulita, invocando lei per prima la messa al bando di tutte le sigle e le teste calde che inneggiano al Duce, può guidare Fratelli d’Italia, ma non governare l’Italia.

LA STAMPA

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