Quando si andrà in pensione con la nuova manovra: le soluzioni sul tavolo del governo

Opzione Donna e contratti di espansione

Insieme all’Ape social si punta a rendere maggiormente strutturale ed attrattiva la cosiddetta Opzione Donna, la possibilità di uscita anticipata con l’assegno interamente contributivo per le lavoratrici con 35 anni di contributi e 58 d’età (59 se autonome). Si studia inoltre la possibilità di rendere operativi anche per le imprese più piccole i contratti d’espansione, che, nell’ambito dei processi di riorganizzazione aziendale, consentono di ricorrere al prepensionamento dei lavoratori che si trovino a non più di 60 mesi dal raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata, anche tramite l’accesso alla Cig straordinaria per chi non può usufruire dello “scivolo” di cinque anni.

Isopensione

Resta attiva la strada dell’isopensione. Uno strumento utilizzato in caso di eccedenza del personale, per gestire gli esuberi e facilitare il pensionamento dei lavoratori prossimi alla pensione. E’ accessibile alle imprese che occupano mediamente più di 15 dipendenti e che abbiano stipulato apposito un accordo con le organizzazioni sindacali dei lavoratori più rappresentative a livello aziendale.  Con l’intesa l’azienda si impegna al versamento a favore del lavoratore, per tutta la durata dell’esodo fino a un periodo massimo originariamente fissato in 4 anni (poi portato a sette) di un assegno d’importo corrispondente a quello del trattamento di pensione maturato in base alle regole vigenti, sia essa di vecchiaia o anticipata, sino a che non si siano perfezionati definitivamente i requisiti per il pensionamento. 

IL TEMPO

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