Green Pass, dal rischio sospensione al lavoro ai passaporti: ecco cosa cambia

Paolo Russo

Senza Green Pass non si lavora. Il dado oramai è tratto, perché le campanelle a scuola hanno già cominciato a suonare e più di un esperto teme risveglino anche il virus. E poi l’autunno è alle porte, con l’aumento dei più rischiosi contatti al chiuso che questo comporta. Per cui il governo ha rotto gli indugi decidendo di estendere all’universo del lavoro, pubblico e privato, l’obbligo del passaporto sanitario. Che dovrebbe scattare per tutti il 15 ottobre (per entrare di fatto in vigore lunedì 18), anche se tra le ipotesi è ancora in piedi quella di scaglionare l’avvio dell’obbligo tra il 1° e il 15 ottobre. Così come è ancora aperta la discussione sul fatto se con «l’obbligo per accedere in tutti i posti di lavoro» debbano intendersi anche negozi e studi professionali, come al momento più di un ministero conferma. Intanto per non farsi dare dei raccomandati anche i parlamentari per sedersi sugli scranni di Camera e Senato dovranno a breve mostrare il certificato verde, come annunciato dal Questore anziano di Montecitorio, il forzista Gregorio Fontana. Se verrà confermato quanto annunciato dei senatori della Lega, il decreto conterrà anche un’ancora di salvataggio per quei lavoratori fragili che per questo motivo non possono essere vaccinati (ben pochi in verità): per loro l’assenza dal lavoro sarà equiparata al ricovero ospedaliero e non potrà essere computato nel calcolo del periodo di assenza di malattia consentito per conservare il posto di lavoro.

Si aspettano 15 giorni dalla 1ª dose per i guariti vale sei mesi dal tampone

Con le modifiche apportate dal secondo decreto sul Green Pass cambiano le regole per ottenerlo. Per farlo durare di più l’arma resta quella del vaccino. Solo che se prima la validità del certificato era di 9 mesi ora è stata estesa a 12. Per scaricare il passaporto sanitario basta sempre la prima dose, anche se poi bisogna attendere 15 giorni dalla puntura per poterlo richiedere. Per questo i sindacati hanno chiesto che nei primi quindici giorni dall’entrata in vigore dell’obbligo i tamponi siano offerti gratuitamente ai lavoratori non vaccinati, per dare tempo loro di mettersi in regola. Il Green Pass spetta poi ai guariti dal Covid, ma in questo caso la sua durata è differenziata. È valido sei mesi dal tampone che accerta l’avvenuta guarigione se non si è fatta nemmeno una puntura, dura fino a 9 mesi se dopo essere tornati negativi si è fatta almeno la prima dose del vaccino. Con il tampone invece il Green Pass vale soltanto 48 ore, anche se con le modifiche apportate al vecchio decreto ora sono considerati validi anche quelli salivari molecolari, che richiedono comunque di essere esaminati in laboratorio. Questo vuol dire che i resistenti alla vaccinazione per restare al lavoro dovrebbero spendere 15 euro di tampone ogni due giorni. Se si è fortunati e ci si imbatte in una farmacia che ha aderito all’accordo sul prezzo calmierato, se no si sale tranquillamente sopra i venti. 

Rischio stipendio sospeso dal primo giorno verifiche con un’app o affidata ai datori

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