Vaccini: il calendario della terza dose

Paolo Russo

La terza dose arriverà ad ore e riguarderà solo i vaccini a Rna messaggero, quindi per ora Pfizer e Moderna, anche per chi fino adesso ha fatto AstraZeneca o Johnson&Johnson. Un via libera che arriva dopo la lettura da parte dei tecnici del ministero della Salute dei dati israeliani, non ancora pubblicati, sull’efficacia del richiamo aggiuntivo nella popolazione fragile, che ha visto crescere a oltre il 90% la protezione dal semplice contagio e tra il 95 e il 100% quella da forme gravi di malattia. Da qui la decisione di rompere gli indugi, senza attendere le versione aggiornata dei vaccini in funzione anti-Delta, in fase di sperimentazione ma che non vedranno luce prima della fine dell’anno.

E mentre l’Aifa accende il semaforo verde, al ministero della Salute si danno gli ultimi ritocchi al piano per la somministrazione del «booster», come i tecnici chiamano l’ulteriore richiamo, che già a partire da fine mese verrà somministrato a circa tre milioni di immunodepressi, «compresi quelli che hanno ricevuto da poco la seconda dose, perché questo non è da considerare un richiamo ma il completamento del ciclo vaccinale per chi ha un sistema immunitario in qualche misura compromesso», spiega un super tecnico del ministro Speranza. Quindi per ottenere la terza dose non bisognerà attendere i sei mesi che erano stati indicati come tempo certo di durata della difesa anticorpale, velocizzando non poco le operazioni, che andranno avanti di pari passo con il proseguimento della campagna tra chi non è ancora immunizzato.

Alla lista degli eventi diritto al «booster» stanno lavorando Salute e Cts, che per certo danno al momento l’avvio dell’operazione per gli immunodepressi. Ai quali dovrebbero poi far seguito a novembre i 570 mila ospiti e dipendenti delle Rsa, tra i quali si stanno già diffondendo nuovi focolai. A seguire, ma sempre entro l’anno, sarà la volta dei 4,4 milioni di over 80, in parte già ricompresi nella categoria degli «immunocompromessi», come li ha definiti il generale Figliuolo. Infine dovrebbe essere il turno del milione e 900 mila operatori della sanità. Operazione complessa, perché rischia di rallentare l’erogazione delle prestazioni sanitarie, dove le liste di attesa si sono allungate e di molto, con il blocco delle attività ordinarie imposto dalla pandemia. Per questo al ministero della Salute si aspettano i dati degli studi in corso sulla durata della copertura vaccinale prima di dare il via libera all’operazione. Che nel 2022 dovrebbe interessare via via tutto il resto della popolazione, procedendo per fasce di età come è avvenuto per le prime due dosi. Intanto a fine mese inizieranno a mostrare il braccio per la terza puntura i tre milioni che hanno in qualche modo compromesso il funzionamento del loro sistema immunitario. Quindi non soltanto affetti da Hiv, trapiantati e malati oncologici sottoposti a chemioterapia da non più di sei mesi. Ma anche le tante persone affette da malattie autoimmuni che hanno dovuto sottoporsi a terapie a base di immunosoppressori, diabetici e cardiopatici gravi, grandi obesi, pazienti con malattie neurologiche e cardiovascolari importanti, malati di fibrosi cistica o con funzionalità renale e respiratoria compromesse. Con qualche ritocco più o meno la lista dei pazienti fragili da immunizzare prioritariamente secondo il primo piano vaccinale.

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