Vaccino ai nonni e non ai bambini. Si rischia l’autunno nero e il tragico conteggio dei decessi

PFIZER AGGIORNA IL «BUGIARDINO» – Per altro il 29 luglio Ema ha pubblicato le nuove «caratteristiche» del vaccino Pfizer costringendo la casa farmaceutica anche a modificare nel cosiddetto «bugiardino» provvisorio le reazioni avverse alla inoculazione. È stato così inserito questo testo, che riguarda proprio le vaccinazioni ai più giovani. «Dopo la vaccinazione con Comirnaty», è ora scritto, «sono stati osservati casi molti rari di miocardite e pericardite, verificatisi principalmente nei 14 giorni successivi alla vaccinazione, più spesso dopo la seconda dose e nei giovani di sesso maschile (…). Gli operatori sanitari devono prestare attenzione ai segni e ai sintomi di miocardite e pericardite. Le persone vaccinate devono essere istruite a rivolgersi immediatamente al medico qualora dopo la vaccinazione sviluppino sintomi indicativi di miocardite o pericardite, quali dolore toracico (acuto e persistente), respiro affannoso o palpitazioni. Gli operatori sanitari devono consultare le linee guida e/o specialisti per diagnosticare e trattare tale affezione». Nello stesso bugiardino si specifica che anche le reazioni avverse più comuni e lievi come dolore nel sito della iniezione, stanchezza, mal di testa, dolore muscolare, brividi, dolore articolare, diarrea e febbre «sono risultati leggermente più frequenti negli adolescenti di età compresa fra 12 e 15 anni rispetto agli adulti». Modificato, questa volta per tutti, il bugiardino di una reazione avversa rara che può interessare un vaccinato ogni mille, che è quella della «paralisi temporanea di un lato del viso». Nel bugiardino precedente a quello del 29 luglio era scritto invece «asimmetria temporanea di un lato del viso», con formula più generica e meno chiara.

VACCINI RISCHIOSI PER I PIÙ GIOVANI – Dunque è Pfizer stessa a dichiarare che il vaccino ha qualche rischio in più sui giovanissimi, ed è una ragione ulteriore per cambiare obiettivo e seguire la strada semmai i dati dovessero confermarla, di una più stretta protezione delle persone più a rischio di morte per il virus. Cosa che Israele ha iniziato a fare già ieri, somministrando la terza dose al proprio presidente della Repubblica che aveva raggiunto la piena immunizzazione meno di sei mesi fa. Ma per saperlo bisogna insistere con Pfizer & c per la messa a disposizione di quei dati grezzi di osservazione sui 44 mila volontari iniziali. E chiedere la stessa cosa a Moderna e agli altri.

IL TEMPO

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