Orlando stoppa Bonomi: “Sul Green Pass al lavoro solo decisioni condivise”

Luca Monticelli

«Noi abbiamo fatto un buon lavoro sui vaccini e i protocolli di sicurezza nei luoghi di lavoro, grazie un tavolo con le parti sociali. Continuiamo così, senza proposte unilaterali ma con il confronto costante». È la risposta del ministro Andrea Orlando a Confindustria che propone il Green Pass obbligatorio nelle fabbriche e negli uffici. Alla minaccia dell’associazione di Carlo Bonomi di sospendere i dipendenti che non posseggono il lasciapassare verde, il titolare del Lavoro replica con un invito al dialogo: «Ora vedremo come calare sui luoghi di lavoro la normativa che verrà a determinarsi nel contesto generale. Questo è il metodo che dobbiamo seguire, fin qui è andato bene e dobbiamo andare avanti così», dice intervistato a Tg2 Post. Una sponda all’esponente Pd arriva dal presidente della Camera Roberto Fico: «Non sono d’accordo con Bonomi. Mi pare “sui generis” l’idea che per andare a lavorare si debba esibire il Green Pass. È una forzatura».

Gli imprenditori però non mollano e il presidente di Confindustria Puglia, Sergio Fontana, rilancia: «L’idea è tutelare e salvaguardare sempre di più il posto di lavoro perché se scoppieranno nuovi focolai saremo costretti a chiudere, come in passato».

Anche Unioncamere Veneto condivide la proposta di Bonomi: «Il sistema economico è stato messo a dura prova, adesso siamo preoccupati dall’aumento dei contagi: bloccare la produzione ha dei costi altissimi», aggiunge Mario Pozza, numero uno delle Camere di commercio venete. Il giuslavorista Pietro Ichino a La Stampa spiega: «La Confindustria fa bene a chiedere al governo questo provvedimento di carattere generale, perché esso gioverebbe molto per la prevenzione del rischio di una quarta ondata della pandemia, con danni gravissimi per i lavoratori, le imprese, il sistema scolastico e l’erario. Ma la stessa Confindustria – prosegue – farebbe bene a informare gli imprenditori del fatto che già oggi essi hanno la possibilità – in presenza di un rischio rilevante di contagio in azienda – di chiedere ai propri dipendenti di vaccinarsi, come misura di prevenzione e sicurezza». Lo confermano gli articoli «2087 del Codice civile, 15 e 20 del Testo Unico per la sicurezza e due sentenze dei giudici del lavoro di Udine e di Belluno». Il professore ricorda che «l’articolo 32 della Costituzione sancisce la libertà di ogni cittadino di sottrarsi a qualsiasi trattamento medico-sanitario, salvo che l’obbligo sia previsto dalla legge. Ma non certo la libertà del cittadino di mettere a rischio la sicurezza e la salute altrui, che costituiscono invece il bene prioritariamente protetto da questa norma».

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