Firenze, Gkn: 422 licenziamenti via mail, i dipendenti: «Qui la pazienza è finita»

di Jacopo Storni, Marzio Fatucchi

«Ero sul lungomare di Cecina con mia moglie, stavo andando in spiaggia, all’improvviso sulla chat dei lavoratori ho letto che avrei perso il posto di lavoro nel giro di 48 ore». Marco Sassi ha 51 anni e da 27 fa il tornitore nello stabilimento Gkn di Campi Bisenzio. Ieri mattina, nel gruppo Whatsapp degli operai, ha ricevuto la notizia del licenziamento. «Ho pensato a uno scherzo di cattivo gusto, poi ho capito che era tutto vero. Allora ho lasciato mia moglie al mare e sono partito, mi sono precipitato in fabbrica». Nel viaggio verso Firenze, il pensiero alle due figlie all’Università. «Mi sono chiesto come farò a mantenere adesso la mia famiglia». Quando Marco è arrivato nel capannone dell’azienda ha trovato gli altri lavoratori. Ma l’accesso alla fabbrica era impedito da un gruppo di guardie giurate private reclutate dai vertici dell’azienda. «Ci siamo trovati come degli estranei dentro il nostro posto di lavoro». Il cancello era chiuso, gli operai hanno provato a forzarlo, poi gli ingressi sono stati aperti per evitare incidenti. E così i lavoratori sono entrati. Marco è andato subito verso la sua postazione. E per quasi tutto il giorno è rimasto lì: «Sono legatissimo a questi macchinari, pensare di lasciarli mi fa soffrire».

Quasi tutti gli operai sono in pantaloni corti e maglietta, ieri era per tutti un giorno di ferie concesso dall’azienda, con senno di poi è facile capire il perché. In fabbrica comincia l’assemblea permanente che durerà fino alla notte, con sedie a sdraio per i lavoratori e la cena preparata dai volontari del circolo Arci Rinascita di Sesto Fiorentino. Le riunioni si tengono ogni due ore dentro il gigantesco capannone di 30 mila metri quadrati, tra una linea di montaggio e l’altra, tra giunti omocinetici e robot manipolatori. C’è la cella assemblaggio semiassi e la cella lavorazione semialberi. E poi il grande magazzino, dove ci sono ancora migliaia di prodotti già ordinati da aziende come Ferrari, Fiat, Maserati.

Gkn, 422 licenziamenti via mail: cosa è successo a Campi Bisenzio

A prendere la parola per primi in assemblea sono Dario Salvetti e Matteo Moretti, lavoratori e sindacalisti. «Non lasceremo la nostra azienda — dicono con un megafono — Se il signor Gkn vuole parlarci, deve venire a farlo di persona». Viene annunciato che la fabbrica resterà occupata: «Dovremo vigilare sul nostro stabilimento, da qui non dovrà uscire neppure una vite senza il nostro consenso». Gli operai si organizzano: servono bottiglie d’acqua, sacchi a pelo per la notte, generatori di corrente. Nell’azienda non funziona più la rete wi-fi e gli impiegati amministrativi non riescono più ad accedere alla mail: «Ci hanno bloccato gli account — racconta Paolo, impiegato — Siamo diventati fantasmi nei nostri uffici. Nelle ultime ore mi hanno chiamato clienti come Maserati e Ferrari per capire cosa sta succedendo, neppure loro sapevano niente. Fino a ieri sera ero al telefono per discutere di investimenti da un milione di euro, adesso ci dicono che la fabbrica chiuderà per sempre».

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