Beppe Grillo e Giuseppe Conte come Highlander: ne resterà soltanto uno

Arnaldo Magro

Stando ad una antica leggenda cinematografica, esiste una razza sola, in grado di sopravvivere nell’arco degli anni. Gli Highlanders. Tra gli immortali però, solo uno è il prescelto. È ciò che sta accadendo all’interno del Movimento, tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte. Lo Statuto che dovrebbe/vorrebbe privare l’elevato, di una fetta importante del suo potere, non s’ha da fare. Non ancora. Troppo debole oggi, la leadership dell’ex Premier pugliese.

Ma il comico genovese invece, è ancora tanto forte come si crede? Basti ricordare, quando Grillo a Febbraio, andò a trattare in prima persona con Mario Draghi, l’adesione del Movimento al governo di unità nazionale. “Draghi e’un grillino come noi” disse entusiasta al termine del colloquio. Molti deputati grillini, alcuni dei quali ricoprono oggi anche incarichi di governo, erano invece fortemente perplessi dinnanzi alla figura di Mario Draghi. “Noi non ci staremo mai” dicevano tronfi in transatlantico.

Poi a decidere in assoluta autonomia, ci penso’ invece Grillo, in meno di un pomeriggio. “Avrà avuto rassicurazioni” fu il commento a posteriori dei pasdaran, costretti alla marcia indietro. Che le ultime vicende personali, lo abbiano reso più debole, pare ora evidente. Che sia dunque per questo, che Beppe non vuole mollare quel ruolo di garante? Per la possibilità di dialogare ancora e direttamente con Mario Draghi, qualora ne avesse nuovamente bisogno? Se lasciasse lo scettro del potere a Conte, avrebbero quei grillini la forza, di perorare certe battaglie tanto care al garante stesso?

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